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Inquinamento, a Milano entro il 2030 stop al fumo all’aperto

| 19 Gennaio 2020 | AMBIENTE

Qualche decennio fa, le “menti brillanti” sorridevano e banalizzavano i ripetuti gridi di allarme lanciati dagli ambientalisti e non solo. Le frasi avvolte dalla superficialità sono sempre le stesse: “Ma tanto”, “Il progresso non si può fermare” ecc. Progresso? Il destino viene costruito da noi e noi siamo i responsabili. Stiamo andando verso un punto di non ritorno. Questo non è progresso.

Adesso si corre ai ripari, blocchi delle vetture, targhe alterne e poi… Deve far riflettere la posizione del sindaco di Milano Giuseppe Sala durante l’incontro con i cittadini nel quartiere Isola, spiegando che questo provvedimento è inserito all’interno del Regolamento Aria-Clima, che sarà discusso prossimamente dal Consiglio comunale e che spera sia approvato entro marzo: “Entro il 2030 non permetteremo più di fumare all’aperto e subito o a breve alle fermate dell’autobus o durante le code per i nostri servizi non si fumerà”. Serve un impegno concreto ed immediato per far fronte alle mille problematiche che girano intorno all’ambiente e alla salute globale del pianeta.

Un vasto studio pubblicato su European Heart Journal, qualche mese fa parla chiaro: l’inquinamento uccide più del tabacco, e fa il doppio delle vittime rispetto a quanto stimato finora (8,8 milioni nel mondo in un anno, pari a 120 morti ogni 100 mila persone; le sigarette uccidono 7,2 milioni di persone in un anno), principalmente contribuendo a causare malattie cardiovascolari; sono 790.000 le morti stimate per l’intera Europa (133 ogni 120 mila persone) in un anno (dati 2015) e 659.000 decessi per l’UE a 28 (129 ogni 100 mila).

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E’ emerso che le morti da inquinamento sono nel 40-80% dei casi per malattie cardiovascolari (CVD), il doppio che per malattie respiratorie. Lo studio è stato condotto da Thomas Münzel, dell’Università di Mainz, in Germania: le morti da smog sono più di quelle da tabacco che, sottolinea lo scienziato, peraltro è un pericolo evitabile, diversamente dallo smog.

Guardando ai singoli paesi l’Italia si scopre tra quelli con più vittime in Europa occidentale, dopo la Germania che ha un tasso di morte per inquinamento di 154 per 100.000 (pari a una riduzione di aspettativa di vita per la popolazione di 2,4 anni in media), 136 vittime di smog per 100 mila in Italia (1,9 anni di vita persi in media), 150 in Polonia (2,8 anni di vita persi in media), 98 in Gran Bretagna (meno 1,5 anni), 105 in Francia (1,6 anni in meno di aspettativa di vita).

Condizioni peggiori si vedono in Europa dell’Est, ma non tanto perché sono più elevati i livelli di inquinamento, quanto perché le condizioni di salute in generale sono peggiori: così ad esempio Bulgaria, Croazia, Romania e Ucraina hanno un tasso di morte da smog di oltre 200 individui per 100.000 persone. Il problema sono soprattutto le particelle inquinanti, che in molti paesi Ue eccedono i limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale per la Salute. Passando a forme di energia pulita, concludono gli autori del lavoro, le morti da smog si potrebbero più che dimezzare.

Secondo una “vecchia” indagine del CCM VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute) finanziato dal Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute con la collaborazione di varie Università e centri, oltre 34.500 italiani ogni anno muoiono ‘avvelenati’ dall’inquinamento atmosferico: è come se ‘scomparisse’ improvvisamente un’intera città delle dimensioni di Aosta. ‘Veleni’ dell’aria che uccidono soprattutto al Nord, dove si registrano 22.500 decessi annuali, ma che riducono in media di 10 mesi la vita di ogni cittadino.

Eppure, il solo rispetto dei limiti di legge salverebbe 11.000 vite l’anno. La nuova mappa dell’inquinamento è ottenuta applicando sofisticati modelli previsionali delle concentrazioni degli inquinanti su tutto il territorio nazionale. Emerge così che il 29% della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti è costantemente sopra la soglia di legge, ma anche che vi sono considerevoli disuguaglianze degli effetti sanitari sul territorio.

Come atteso, l’inquinamento colpisce maggiormente il Nord (per il 65% del totale), in generale le aree urbane congestionate dal traffico e le aree industriali. E’ doveroso intervenire con delle azioni mirate ed intelligenti, proposte da esperti. Nessuna battaglia ideologica. Adesso in ballo c’è la salute dei cittadini e dell’intero pianeta.

TAG: fumo, inquinamento, smog
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