Il Castello di Fumone si trova in provincia di Frosinone, a circa ottocento metri di altezza tra Fiuggi e Alatri. La sua posizione geografica lo ha reso nell’antichità particolarmente strategico. Il luogo Fumone, popolato una volta dagli Ernici, in seguito ha dato asilo anche al Re Tarquinio il Superbo. Ma il suo ruolo di vedetta e difesa, probabilmente risale “già nel III secolo a.C.” con “il Senato Romano”.
Durante l’Impero Romano ha una grande importanza militare, da Annibale alle invasioni barbariche del 455 d.C. con l’uso delle fumate per segnalare l’arrivo dei nemici diretti a Roma, noto con il detto “ Se Fumone fuma, tutta la campagna trema”. Infatti, la denominazione Fumone deriva proprio dai segnali di fumo usati come difesa.
Nel 962, Fumone viene offerta dall’Imperatore Ottone I alla Santa Sede, con la “Donazione Ottoniana”. Il Castello già nel 10. secolo, ha un ruolo determinante come fortezza e prigione pontificia di Stato, che viene usato per più di cinquecento anni a scopo difensivo. Tra i prigionieri illustri da ricordare Maurice Bourdin, monaco francese antipapa. Il Papa Callisto II, seppellito in una parte del castello, ancora sconosciuta.
Il Papa Celestino V, rinchiuso in un piccolo spazio, che muore dopo dieci mesi di prigionia nel 1296. Viene catturato e allontanato dal suo successore Bonifacio VIII, per ragioni politiche, dopo aver rinunciato al pontificato. E sembra che Celestino profetizzi a Sua Santità: “Otterrai il Papato come una volpe, regnerai come un leone, morirai come un cane”.
Dopo la sua morte, diventato santo, anche il luogo assume un’importanza spirituale. E nel tempo il Castello perde il suo ruolo militare e si avvia verso il declino. Fino a quando il Papa Sisto V nel 1584, non lo affida ai Marchesi Longhi, che lo utilizzano prima come residenza di campagna e poi come dimora principale per la famiglia fino a oggi.
Alcuni spazi del Castello Longhi De Paolis, dal 1990, seppur minimi, sono aperti al pubblico dai marchesi Fabio e Stefano.
Per arrivare al Castello sul Monte Fumone, si attraversa il vecchio borgo, la cinta muraria con due porte: la Porta Napoletana e quella Romana più usata, che salendo conduce al Castello. Nella fortezza “fino al XVI secolo risiede il Custode, dove vengono reclusi i prigionieri nemici della Chiesa”, con “due ruoli principali, osservazione e difesa”.
Gli ambienti visitabili sono i Giardini pensili più alti d’Italia su due livelli, terminati a metà del 17. secolo, con un largo panorama che si snoda tra i tetti del borgo medievale, fino alla vallata. Lo spazio riservato alle torri di una volta è stato sostituito dalla terra trasportata in spalla o sul dorso del mulo, per realizzare il tetto verde. E tra le piante particolari, si può ammirare l’albero dell’amore, nato dall’unione di due cipressi, che si sono fusi in un unico vecchio arbusto secolare. Simbolo dei pochi amori che ancora resistono al tempo a quanto pare. Infine, è visibile e si può toccare la punta del monte, che sembra porti fortuna. Quindi, per sicurezza è bene passarci più volte.
L’interno invece, è caratterizzato dai pavimenti in cotto, i soffitti a cassettoni di legno, gli affreschi, i piccoli passaggi angusti, gli improvvisi scorci e gli angoli polverosi. Le sale del Piano Nobile, comprendono quella degli Stemmi, dei Cesari e degli Antenati. Il Santuario dedicato a Celestino V, la Sagrestia e l’angusta prigione in pietra del santo, con una sola piccola finestra in alto. Segue una grande cucina, con stemmi, quadri, una pietra per macinare il grano e un marmo lungo con un lavabo, usato per appoggiare e sgozzare le bestie.
Tra i fatti e leggende inquietanti che aleggiano nel Castello, quella del Pozzo delle Vergini, dove nel Medioevo vengono uccise le giovani spose, concesse ai Signori per diritto “Ius Primae Noctis”, che non sono pure la prima notte di nozze. Sembra che in seguito questa mancanza, possa essere corrisposta con una determinata somma.
Ma sicuramente tra i racconti più sinistri e infelici nel Castello, oltre alle tante tragedie feroci, è la morte del piccolo marchesino Francesco Longhi. La vicenda si svolge verso la metà dell’Ottocento nel Castello. Sembra che la madre Duchessa Emilia Caetani Longhi, dopo aver avuto sette figlie femmine, desiderasse con il marito un figlio maschio per avere un erede e non disperdere il patrimonio.
E quando finalmente nasce il bambino, le sorelle gelose anche per l’eredità, iniziano ad avvelenarlo con piccole dosi giornaliere di arsenico mischiate nel cibo, fino a provocarne la morte a soli tre anni. La madre, venuta a conoscenza dei fatti, non riesce ad avere più pace e fa imbalsamare il corpo del suo bambino per tenerlo vicino. La teca dove Francesco viene riposto, si trova ancora oggi nella stessa stanza di allora e dove è conservato anche l’archivio, perché ritenuto il luogo più fresco.
La madre per il dolore dopo la perdita del figlio fa cambiare i colori di tutti i quadri del castello con toni scuri, aggiungendo l’immagine del piccolo ed eliminando collane e orpelli per estendere il lutto sempre vivo. Si racconta che di notte, ancora si senta nel castello il lamento della madre e il rumore del bambino che gioca e che nasconde dispettoso gli oggetti.
Le strane presenze nel maniero e rumori ingiustificati, sono confermate dallo stesso Marchese Fabio, che racconta di quando bambino cade nel vuoto dal Giardino pensile, a un’altezza di sei, sette metri senza riportare neanche un graffio o un ematoma. E diventa questo un evento strano, tanto da sembrare per tutti un vero miracolo.
Il Castello di Fumone, ha segnato la storia con i suoi avvenimenti, dominando l’intera vallata, sotto il potere e controllo del papato. In un periodo tra l’altro, in cui la vita umana conta poco o nulla, la fortezza ha racchiuso tra le sue mura tanti misfatti e segreti. L’atmosfera del luogo aiuta a immaginare un passato di delitti e crudeltà pensando al Pozzo delle vergini, al piccolo Marchesino e all’inerme Celestino. Ma non abbastanza, nel visitare i pochi spazi aperti e le tante porte chiuse, troppe. Gli alloggi privati, la biblioteca, persino i sotterranei, i passaggi di ronda e le antiche segrete, restano serrate al visitatore, inaccessibili e oscure. Forse per il timore, che i vecchi fantasmi trovato, un varco possano liberarsi, svelare i misteri e finalmente fuggire.