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L’Euroregia del Governo giallo – rosso e l’investimento elettorale di Matteo Salvini

| 5 Settembre 2019 | EDITORIALE, IL FORMAT, POLITICA

Questo governo non ha spessore. E’ uno scudo per la grande regia europeista a firma Renzi, Merkel, Macron. Un modo geniale per togliere la sovranità, papparsi tutto il potere, evitando l’inevitabile valanga di fango?

E il PD non ha meriti per stare lì. La sua unica fortuna è stata incontrare sul proprio cammino i poltronari del Movimento Cinque Stelle che, sicuri di una clamorosa sconfitta elettorale, hanno preferito ingoiare la dignità, pur di confrontarsi con gli elettori, quelli veri che votano senza mouse.

Vi siete chiesti come mai i “big” non abbiano avuto alcun ministero? Matteo Renzi con il suo partito, già piazzato in passato senza meriti e senza volontà popolare, non ha voluto ripetere l’errore. Ed ecco una sfilza di nomi sconosciuti e insignificanti nel panorama politico, messi lì ad occupare una poltrona per eseguire i dettami di chi, mentre parla di “bene del Paese”, svende nuovamente l’orgoglio italiano all’Europa.

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Però c’è il benestare della rete. C’è il benestare della piattaforma Rousseau che con il 79% di voti (circa 60 mila votanti, come se la città di Massa Carrara, avesse deciso per un’intera nazione) ha dato il via libera a questo esecutivo, la stessa piattaforma che mesi fa decise il non doversi procedere contro Matteo Salvini per il caso Diciotti.

E, a proposito di piattaforma Rousseau: Luigi Di Maio. Che tenerezza Luigi Di Maio! Pur di non scollarsi dalla sedia, assume l’incarico di Ministro degli Esteri. Un abbinamento inopportuno e forzato perché qualcosa sto Di Maio doveva pur farla, anche se, sono convinta, la sua collezione di ministeri finirà qui. Sta seguendo un po’ le sorti di Angelino Alfano che da Ministro dell’Interno, fu poi parcheggiato al Ministero degli Esteri, senza essere mai più rieletto.

I pentastellati del “mai con il partito di Bibbiano”, hanno consegnato nelle mani del Partito Democratico il Ministero della Famiglia. Davvero tragicomico.

Quelli che a Taranto hanno costruito una campagna elettorale sulla pelle delle famiglie disperate, promettendo la chiusura delle fonti inquinanti, sono ora al Governo con chi quelle fonti inquinanti le ha salvate con 12 decreti.

Incompetenti, traditori e senza coraggio. Basti pensare al Viminale affidato ad un tecnico. Se da parte del Movimento Cinque Stelle a mancare è il coraggio, lo stesso non si può dire per le vecchie volpi del Partito Democratico che, invece, hanno agito per furbizia.

Luciana Lamorgese, il nuovo Ministro dell’Interno è stata Capo di Gabinetto del Ministero nelle epoche di Alfano e Minniti. Sa bene come funziona e sa bene come comportarsi relativamente alla questione dei flussi migratori. In questo modo, la possibile quanto vicina riapertura dei porti, non sarà responsabilità politica e, allo stesso tempo, compiacerà l’Europa che gestisce i flussi e utilizza l’Italia come punto di smistamento di gente che, per la maggior parte, tralasciando i pochi casi di persone per bene, si dedica allo spaccio di stupefacenti o bivacca per le stazioni. Manodopera per la criminalità.

E la sicurezza? Che fine ha fatto la sicurezza? Nessuno ne parla più. E’ proprio difficile, dopo la gestione Salvini, toccare il tema della sicurezza.

Sono convinti di aver vinto e di aver dato vita ad un governo ambizioso. Ma cosa conta il Movimento Cinque Stelle in tutto questo? Praticamente nulla, avendo affidato tutto in mano al PD già da tempo, con lo smacco alla Lega, appoggiando contro ogni accordo l’elezione di Ursula Gertrud von der Leyen a Presidente della Commissione Europea, la Dem Tedesca e progressista la quale assieme al PD, mira alla nomina di Gentiloni a Commissario Europeo.

E Matteo Salvini? Matteo Salvini ha fatto un ottimo investimento elettorale, perché al voto torneremo subito, il popolo si riprenderà la sovranità che gli appartiene e il Movimento Cinque Stelle morirà così come è nato: con un vaffanculo.

TAG: #Rousseau, Conte bis, Europa, Lega, Luigi Di Maio, Matteo Renzi, Matteo Salvini, ministero degli esteri, Ministero dell’Interno, Movimento Cinque Stelle, PD
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