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I Bronzi di Riace: storia e significati nascosti

| 3 Settembre 2019 | CULTURA

La storia dei Bronzi di Riace si presenta molto complicata per gli storici, in quanto non ci sono abbastanza prove che ci possano permettere di capire con chiarezza chi sia lo scultore che ha realizzato queste due meraviglie.

I guerrieri di Riace sono due fantastici esemplari dell’antica arte greca, realizzati nel 5° secolo a.C. anche se molti studiosi affermano diverse teorie sulla loro creazione. L’indagine sul loro creatore è un’impresa che va avanti da decine e decine di anni, ma questo non è l’unico mistero.

Secondo alcuni le due statue sono state create in due epoche differenti. Questo perché osservando le due opere si possono capire alcuni particolari che rimandano a momenti differenti. Infatti una prima ipotesi è che la seconda statua sia stata creata verso la metà del 5° secolo a.C.. Questo perché osservandola si presenta con un carattere diverso dalla prima, con una espressione normale, quasi consapevole della realtà che lo circonda; mentre la prima statua appare con atteggiamento statico.

Dopo questa prima ipotesi, considerando il periodo in cui sono state create, gli storici sono risaliti ai due scultori. La prima statua si suppone che sa stata scolpita da Fidia, un artista del 460 a.C. mentre la seconda statua da Policleto.

Quest’ultimo si può comprendere dal fatto che il busto della seconda statua è leggermente ruotato e la gamba sinistra a riposo, dettagli ricorrenti delle sculture realizzate attorno al 430 a.C. Ma queste sono solo ipotesi. Anche la storia presenta alcune incertezze: quando entrambe le statue furono portate al museo gli esperti si accorsero che vi erano ancora i tenoni, ganci con cui i loro piedi sono rimasti ancorati a delle basi di pietra. Questo dettaglio non è fuggito dagli occhi degli esperti che hanno pensato che la storia dei Bronzi di Riace fosse iniziata nei donari del leggendario Santuario di Apollo, nella città di Delfi.

Non è stata trovata alcuna prova di ciò ma molto probabilmente uno dei due guerrieri faceva parte della decorazione del Santuario di Delfi. Questo si comprende dal fatto che sui lati della Via Sacra del Santuario che porta direttamente al luogo sacro c’era una gigantesca collezione decorativa composta da più di 100 statue di eroi greci, ed è quasi certo che un Bronzo Riace era lì.

Ma quando sono state recuperate? Il 21 agosto 1972 viene recuperata la seconda statua mentre il 22 agosto 1972 viene recuperata la prima. Dopo ciò iniziano le prime, importanti operazioni di pulizia, un procedimento molto delicato dato che le statue sono state per secoli sott’acqua e potrebbero essere molto fragili. Le operazioni vanno a buon fine e non ci vuole molto prima che emerga la vera bellezza di questi due capolavori.

È un’occasione unica perché  altri reperti greci che sono giunti fino a noi non hanno avuto la stessa fortuna. Molti di questi infatti sono danneggiati o privi comunque di qualche parte, i due guerrieri invece sono quasi del tutto integri. Dopo alcuni anni la coppia di opere greche viene trasferita nel Centro di Restauro della Soprintendenza Archeologica della Toscana. Qui inizia un nuovo procedimento di pulizia per offrire un aspetto migliore alle opere ritrovate in mare.

Il 15 dicembre 1980 terminano le altre analisi su entrambe le opere, le statue poi verranno esposte al pubblico nel Museo Archeologico di Firenze. Questa esposizione è stata un successo incredibile, un successo talmente grande che la coppia di Bronzi di Riace diventano protagonisti di un’altra esposizione, questa volta a Roma. Analizzando le statue, a prima vista potrebbero sembrarti diversi, ma ci sono alcuni evidenti elementi che li accomunano.

Ad esempio possiamo cominciare col notare che entrambi sono stati rappresentati in una posizione di chiasmo, una tecnica spesso utilizzata nell’arte greca che serve per dare equilibrio all’opera, lavorando sui movimenti “in contrasto” dei muscoli. Ad esempio il braccio sinistro è teso, allora – per contrapposizione – la gamba destra è rilassata, se il braccio destro è rilassato, la gamba sinistra è tesa. Un altro dettaglio che salta subito all’occhio guardando queste statue è il fatto che entrambi i guerrieri hanno un atteggiamento diverso.

Il primo (il combattente più giovane) sembra un po’ più nervoso, scalpitante e vitale al contrario, il secondo è più calmo e tranquillo. Osservandoli non c’è nessun dubbio: entrambi trasmettono un grande senso di potenza. Lo si comprende dai loro movimenti, essendo stati scolpiti con una delle braccia lontane dal corpo, di conseguenza tutti i muscoli sono in tensione trasmettendoci una sensazione di forza e di potenza.

Ma perché si trovano in quella posizione? Sul braccio piegato reggevano uno scudo, mentre con l’altro tenevano un arma. Inoltre osservando meglio si nota che la testa del combattente è un pò piccola. Probabilmente l’autore l’ha realizzata in questo modo perché doveva avere un elmo in testa. Concludendo l’ultima domanda che viene spontanea è: qual è il vero significato di queste opere?

Ovviamente ci sono stati innumerevoli considerazioni ma una cosa è certa: le statue non rappresentano re, filosofi e nemmeno divinità, sono soltanto degli eroi.

TAG: Arte, Bronzi di Riace, Calabria, cultura, Storia
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