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Renzi e Zingaretti si contendono la leadership nel PD

| 20 Agosto 2019 | POLITICA
renzi e zingaretti

Da qualche giorno ormai nel Partito Democratico si respira aria di sfida. Matteo Renzi e Nicola Zingaretti si contendono la leadership del Partito Democratico.

Zingaretti VS Renzi

Zingaretti, pacato, democratico e docile cerca di resistere alle pressioni di Renzi. Matteo vorrebbe un PD più presente. Ma il Partito di Zingaretti non è il partito delle parole veloci, facili e buttate lì, in un soffio di vento.

Dopo la leadership renziana il Partito Democratico aveva sicuramente bisogno di una svolta più tenue. L’opinione pubblica PD-votante, a suo tempo, si divise profondamente tra coloro che apprezzavano la velocità di Renzi, e quelli che avrebbero voluto un partito più quieto, più mite.

Ma Renzi, una volta eletto, si contraddistinse dagli altri leaders: quella parlantina sempre pronta a rispondere agli avversari politici e alle domande scomode dei giornalisti.

Oggi, a conti fatti, viene a mancare una parte fondamentale di PD nella leadership logica di Zingaretti: quella della politica che risponde ai problemi del paese Italia, quella della politica che parla al popolo.

Leggi anche: M5S: “Salvini non affidabile”. La replica: “Governo col PD sarebbe una truffa”.

Ma ai tempi della segreteria filo renziana non fu tutto oro quello che luccicava. Il segretario di allora venne accusato da più parti di aver trasformato il Partito Democratico in un partito di centro. Un partito di centro che aveva perso i contatti con la base elettorale più a sinistra del partito.

Sebbene poi Renzi si sia dichiarato di centro-sinistra, qualche dubbio in merito ancora sussiste. Ma il secondo Matteo più importante d’Italia ha sempre evidenziato le sue radici di centro-sinistra.

Che venga dato poco spazio ai leader politici di schieramenti diversi a quelli al governo attualmente in carica non è una novità: complice, quindi, questa evenienza, complici anche i mezzi di informazione, il Partito Democratico di Nicola Zingaretti si presenta come un partito senza voce. L’unico che, probabilmente, riesce a dare un po’ di voce all’ex partito DS-Margherita è Matteo Renzi.

Ora, senza mezze misure, il Partito Democratico è il secondo partito più forte d’Italia. Dopo la Lega di Matteo Salvini che, può darsi, abbia perso qualche percentuale dopo le notizie giunte dal Papeete. Ma ai convinti sostenitori del partito padano la vicenda di Matteo Salvini sembra non preoccupare più di tanto.

Per molti è normale che un ministro della Repubblica balli e danzi in un locale pieno di gente, circondato da cubiste e cocktails. Tutto nella norma, insomma.

Il terzo partito più grande d’Italia, in termini di consensi, è risultato essere il Movimento Cinque Stelle. Che, tuttavia, sembrerebbe aver ricevuto una discreta batosta elettorale: ha perso notevoli punti percentuali.

Gli altri partiti, come Forza Italia, Fratelli d’Italia e partiti minori della sinistra, destra e centro, rimangono stabili nelle loro posizioni e nei loro consensi.

TAG: Lega, Movimento Cinque Stelle, PD, Renzi, Salvini, Zingaretti
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