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Una nuova offensiva turca in Siria è stata evitata (per ora)

| 9 Agosto 2019 | ESTERI

Una nuova offensiva turca nel nord-est della Siria è stata scongiurata, per il momento, grazie all’intesa raggiunta tra i vertici militari turchi e americani in merito all’istituzione di una zona cuscinetto lungo il confine turco-siriano.

Nel momento in cui il presidente americano Donald Trump annunciò il ritiro dei duemila soldati americani dalla Siria, si pose l’interrogativo relativo al destino dei curdi nella regione. I miliziani curdi delle Ypg – che rappresentano il grosso delle Forze democratiche siriane (Sdf) – controllano il nord-est della Siria, che hanno liberato dai miliziani dello Stato islamico (Is) grazie al supporto della coalizione internazionale a guida statunitense e dei duemila soldati americani presenti sul campo. Di fatto, i curdi amministrano il nord-est della Siria in modo indipendente dal governo siriano del presidente Bashar al-Assad.

Il problema è che il nord-est della Siria controllato dai curdi confina con la Turchia. Ankara da decenni combatte contro i terroristi curdi del Pkk nel sud-est del paese e percepisce la presenza di un’entità autonoma curda appena al di là del confine con la Siria come una minaccia alla propria sicurezza nazionale. I curdi siriani potrebbero dar man forte ai terroristi curdi del Pkk attraverso il confine, destabilizzando il sud-est della Turchia e aumentando la minaccia terroristica. Da qui la necessità di creare una zona cuscinetto che allontani i miliziani curdi siriani dal confine turco.

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Americani e turchi si accordarono quasi subito per istituire una zona cuscinetto lungo il confine ma il diavolo come sempre sta nei dettagli. I turchi vogliono che la zona cuscinetto si estenda per 32 km in profondità in territorio siriano mentre gli americani non vogliono che vada oltre i 10 km di profondità . Ankara vuole anche che siano solo le truppe dell’esercito turco a controllare la zona cuscinetto. Una condizione che gli americani non sono disposti ad accettare.

Dopo mesi di negoziati inconcludenti e dopo aver agitato numerose volte la minaccia di una nuova offensiva di terra, mercoledì 7 agosto turchi e americani sono giunti ad un accordo.

I dettagli di questa intesa sono ancora sconosciuti e finora ci si può basare unicamente sui comunicati emessi dall’ambasciata americana di Ankara e dal ministero della difesa turco.

Secondo un comunicato stampa emesso dall’ambasciata americana, al termine dei negoziati le delegazioni hanno deciso: “una rapida implementazione di misure iniziali finalizzate a tutelare la sicurezza della Turchia; la creazione il prima possibile di un centro operativo congiunto in Turchia in modo da coordinare e gestire assieme la creazione della zona di sicurezza; che la zona di sicurezza sia un corridoio di pace, e che ogni sforzo venga fatto affinché i rifugiati siriani possano tornare nel loro paese”.

Dietro questo linguaggio vago si cela la soddisfazione del governo turco per l’esito dei negoziati. Il ministro della difesa Hulusi Akar ha rivelato che gli americani si sono dati da fare per venire incontro alle richieste turche ed evitare così un’escalation della situazione.

Quanto sarà grande questa zona cuscinetto – o zona di sicurezza –  e da quali truppe sarà controllata non è ancora dato saperlo. Di certo i miliziani curdi delle Sdf se ne staranno lontani dal confine. Questa era la principale richiesta di Ankara. Un’altra certezza è che i duemila soldati americani rimarranno ancora in Siria, a dimostrazione di quanto fu affrettato l’annuncio fatto da Trump lo scorso anno.

TAG: Bashar Al-Assad, curdi, Donald Trump, esercito turco, Forze Democratiche Siriane, guerra civile siriana, Kurdistan, Medio Oriente, milizie curde, Pkk, Recep Tayyip Erdogan, Siria, stati uniti, Turchia, zona cuscinetto, zona di sicurezza
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