
Una ennesima azione che infanga il buon nome dell’arma e chi nel passato e nel presente ha cercato, nonostante gli istinti, di rispettare regole e protocollo in favore della giustizia, dell’ordine e della sicurezza.
Una benda sugli occhi di un assassino che offusca e vìola un lutto, il lutto per la morte di un carabiniere. Ogni vita è importante e in quanto tale va rispettata ma quando muore un membro della “famiglia” il lutto è più vivo, più minaccioso, più pericoloso. Più pericoloso perché è facile farsi prendere dalla rabbia, dalla voglia di vendetta e caderci è facilissimo ed è un attimo sbagliare e dare così allo stesso assassino degli appigli.
il carabiniere che ha compiuto il gesto verrà subito trasferito ad un reparto non operativo, ed è l’arma dei Carabinieri a comunicarlo.
Diversi sono i casi in cui le forze dell’ordine hanno abusato del proprio potere, citandone solo alcuni:
Giuseppe Uva fermato e portato in caserma con un amico, poi trasportato in ospedale con un TSO e morto in seguito ad un infarto, sul suo corpo lividi su mani viso fianchi e i testicoli tumefatti. L’amico ha riferito di averlo sentito urlare e chiedere aiuto in caserma.
Stefano Cucchi massacrato all’interno della caserma dagli stessi agenti, negato l’incontro con avvocato e famiglia, morto dopo una settimana.
Riccardo Magherini, calciatore in preda alla paranoia, viene fermato dai carabinieri ammanettato a terra e preso a calci nell’addome, morto per asfissia posturale.
Negli anni passati alla caserma di Lunigiana si perpetravano abusi, pestaggi e violenze sessuali ai danni degli immigrati.
L’anno scorso due ragazze americane sono state violentate da due carabinieri a Firenze.
Più di recente nel mese di Maggio durante gli scontri tra polizia e antifascisti in piazza Corvetto a Genova, un giornalista Stefano Origone è stato aggredito alle spalle dagli agenti e si è salvato solo grazie all’intervento di un altro poliziotto che ha fermato i suoi colleghi dopo aver riconosciuto il giornalista e dato quindi conferma a quanto la vittima stessa stava urlando durante il pestaggio.
Durante un comizio di Salvini a Piazza Strozzi, una manifestate del collettivo di sinistra è stata trascinata lontano dalle telecamere dal collo e dopo esser stata “manganellata” e immobilizzata le è stato detto che le sarebbe stato infilato il manganello nell’ano se non fosse stata ferma, rilasciata perché non aveva fatto nulla e rimandata nella folla dopo la grande umiliazione.
Maglie, durante il servizio due carabinieri in servizio deridono e vessano un disabile e pubblicano il video.
Molte sono le situazioni e gli accadimenti (non è possibile elencarli tutti) in cui sono state disonorate le nostre forze dell’ordine, disonorata l’arma e questo inficia tutto il buon lavoro che viene comunque svolto da coloro i quali non cedendo agli istinti ed emozioni, riescono a portare avanti con onore il loro ruolo e tutelano l’orgoglio e la validità dei nostri tutori della legge. I nostri politici hanno strumentalizzato la morte del nostro carabiniere Mario Cerciello Rega non rispettando nemmeno il lutto della famiglia e dei colleghi.
Pietro Grasso ha scritto “Quando arrestammo Bernardo Provenzano, o quando interrogai Giovanni Brusca, mi trovai davanti uomini che avevano commesso le stragi, fatto uccidere colleghi e amici, progettato il mio omicidio e il rapimento di mio figlio. Potete immaginare il mio stato d’animo. Ho sempre avuto chiaro però quale fosse il mio ruolo: quello di rappresentante dello Stato.
A Provenzano, catturato dopo 43 anni di latitanza, la prima cosa che chiesi fu: “ha bisogno di qualcosa?”; rispose che aveva bisogno di un’iniezione per curare la sua malattia, e rapidamente trovammo il modo di fargliela.
Gli dimostrammo la differenza tra noi e loro: non ci si abbassa mai al livello dei criminali che si combattono, non ci sono e non devono esserci eccezioni.
Questo significa essere uomini e donne al servizio dello Stato.
Penso che la foto di cui tutti parlano, e che ovviamente mi guardo bene dal pubblicare, sia la prova di almeno un paio di reati, e probabilmente una buona arma in mano agli avvocati difensori dell’assassino.
E’ una foto che mi fa male perché quel comportamento infanga il lavoro di migliaia di Carabinieri. Chi rappresenta lo Stato non deve fare queste cose. Chi fa il Ministro della Repubblica non deve giustificarle, come hanno fatto Centinaio e Salvini. Chi – come la Lega – lancia un sondaggio su facebook per aizzare gli istinti più bassi dei cittadini non ha alcun senso dello Stato. E’ pericoloso, sbagliato, e fa male al nostro Paese. Non posso nascondere di essere davvero preoccupato.”