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Naufragio in Libia, la Guardia Costiera Italiana bloccata in mare e l’odio dilaga

| 28 Luglio 2019 | CRONACA, POLITICA

Il più tragico naufragio avvenuto nel 2019, come ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) è avvenuto al largo di Al Khomos, cittadina a 120 chilometri da Tripoli. La tragedia è avvenuta il 25 Luglio.

“Sono stati salvati da pescherecci e i testimoni oculari parlano di almeno 70 corpi in acqua … Le équipe di Msf hanno fornito cure mediche a due gruppi di sopravvissuti, rispettivamente di 82 e 53 persone. Abbiamo dato prima assistenza e stabilizzato le condizioni più urgenti e abbiamo trasferito 7 persone in ospedale per cure mediche salvavita. I pazienti sono sotto shock e hanno sintomi da pre-annegamento, come ipossia e ipotermia” ha comunicato Medici Senza Frontiere in seguito al naufragio.

La conferma del salvataggio avvenuto per mano di “gente comune” è arrivata anche dall’UNHCR. Purtroppo il numero dei cadaveri continua a salire si stimano più di 100 morti, per ora i cadaveri recuperati sono poco più di 60.
Poco più di 140 persone sono state portate in salvo e alcune riportate dalla guardia costiera libica in Libia. Mentre dalle interviste di chi è pronto a partire dall’inferno libico si evince la volontà di rischiare ancora la vita in mare pur di non rimanere lì, i visi e le immagini impresse negli occhi dei sopravvissuti non hanno parole, da chi ha visto annegare moglie e figli a chi non è in grado di raccontare lo shock vissuto e che mai dimenticherà.
Delle persone riportare in Libia 38 sono state rinchiuse nel centro di detenzione di Tajoura, centro bombardato dalle forze del generale Khalifa Haftar il 3 Luglio(130 feriti e 50 profughi morti).

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Secondo quanto dichiarato da Matteo Villa, ricercatore dell’ISPI, il tasso di mortalità nel Mediterraneo è triplicato nell’ultimo anno, infatti se nel periodo 2014-2018 si aggirava intorno al 2, 4%, tra il giugno 2018 e il giugno 2019 è del 6,2%.

Intanto, se nei giorni precedenti la Guardia Costiera Italiana ha salvato più di 50 immigrati portandoli al porto di Lampedusa, attualmente la Gregoretti, nave della Guardia Costiera Italiana che ha salvato più di 130 persone ed è attualmente al largo di Catania, è stato impedito l’attracco ai nostri porti da parte del Ministro Salvini che ha dato disposizione di non assegnare nessun porto finchè non vi sia una risposta da Bruxelles. La commissione Ue ha confermato di aver ricevuto la richiesta italiana per un coordinamento attivo per la facilitazione dello sbarco e della redistribuzione ed è pronta ad attivarsi prendendo contatti con i membri europei, come già accaduto altre volte. Per ora la situazione è bloccata.

Il Ministro Matteo Salvini continua a pretendere che ci sia un accordo europeo sulla gestione dell’immigrazione ma ricordiamo che intanto non si è presentato all’incontro europeo e ha mandato una commissione “tecnica” con il solo scopo di opporsi a qualsiasi proposta fatta.

Mentre Salvini continua ad istigare l’odio contro gli immigrati provenienti dall’Africa, strumentalizzando anche la morte di un nostro carabiniere Mario Cerciello Rega ucciso per mano di un americano, il nostro Decreto Sicurezza Bis continua a non essere conforme né con le leggi internazionali, né con quelle nazionali.

Il caos regna sovrano in Italia, tramite i social network si istiga alla violenza e all’intolleranza e si condanna ancor prima di sapere come siano andati i fatti. Alle nostre forze dell’ordine non viene garantito la possibilità di lavorare secondo legge perché ricordiamo, salvare vite è un dovere e intanto, il silenzio della morte regna sovrano.

TAG: Europa, Governo Conte, immigrazione, Libia, Matteo Salvini, morte, Ong, Onu, porti chiusi, Unione Europea
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