Non è ancora terminata la crisi diplomatica tra Stati Uniti e Regno Unito scoppiata in seguito alle rivelazioni scottanti fatte dal Daily Mail lo scorso 6 luglio che hanno portato alle dimissioni di Sir Kim Darroch, ex ambasciatore britannico a Washington, quattro giorni dopo. Secondo i documenti diplomatici resi noti dal Daily Mail, Darroch avrebbe definito “inetto” e “disfunzionale” il presidente americano Donald Trump e la sua amministrazione.
Secondo il quotidiano britannico, nel maggio 2018 Darroch scrisse all’allora ministro degli esteri Boris Johnson dopo che questi si era recato a Washington per convincere Trump a non ritirarsi unilateralmente dal Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), ovvero l’accordo sul nucleare iraniano del luglio 2015.
Nella sua lettera Darroch avrebbe scritto a Johnson che Trump si era ritirato dall’accordo unicamente per “ragioni personali e ideologiche” ovvero “per fare un dispetto a Obama”. L’accordo sul nucleare iraniano fu il più grande successo diplomatico del predecessore di Trump.
Darroch si espresse in modo molto severo riguardo al ritiro unilaterale americano, definendolo un atto di “vandalismo diplomatico”. L’ex ambasciatore britannico aggiunse che l’amministrazione americana, dopo essersi ritirata dal Jcpoa, sembrava incapace di articolare una strategia alternativa a quella del dialogo con l’Iran, né sembrava capace di portare dalla propria parte gli alleati europei, i quali, ancora oggi, non ne condividono la decisione.
I pericolosi risultati della mossa unilaterale del presidente Trump sono sotto gli occhi di tutto il mondo da settimane. La tensione nel golfo Persico si è alzata pericolosamente e lo scorso mese si è andati a un passo dalla guerra tra Iran e Stati Uniti. Dopo che gli iraniani abbatterono un drone americano, gli Stati Uniti decisero di sferrare un attacco aereo contro la base militare iraniana da cui partì il missile che distrusse il drone. Tuttavia, quando mancavano solo dieci minuti, Trump annullò l’attacco. Almeno questa è la versione ufficiale resa nota dai funzionari dell’amministrazione americana.
La scorsa settimana forze navali dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (noti anche come pasdaran) hanno tentano di bloccare una petroliera britannica nello stretto di Hormuz come ritorsione per il sequestro di una petroliera iraniana da parte delle autorità britanniche a Gibilterra. I pasdaran si sono però allontanati dopo l’intervento di una nave da guerra della marina britannica.
Il punto è che, a partire dal ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal Jcpoa, la tensione tra Washington e Teheran è progressivamente aumentata fino a raggiungere i livelli preoccupanti delle ultime settimane che hanno fatto sorgere i timori per lo scoppio della guerra. Timori che non si possono dire fugati poiché la tensione nel golfo Persico non accenna a diminuire.