Una fiction sulla storia di Ilaria Cucchi. E’ quanto si apprende dalla pagina Facebook della “TAODUE”, che ha pubblicato una foto di una sorridente Ilaria Cucchi con Pietro Valsecchi, intenti a siglare l’accordo.
Dunque, avete capito bene. Non la storia di ‘Stefano Cucchi’, ma la storia di Ilaria Cucchi. Perchè se il caso Cucchi finora è stato particolarmente attenzionato, oggi lo è anche la vita della sorella.
È lei la protagonista e la notizia ha fatto molto discutere sul web, dove, a parte coloro che scrivono ‘complimenti’ a qualsiasi battito di ciglia, si sono scatenate le critiche anche di quanti hanno sempre creduto e affiancato la sua battaglia di giustizia.
I commenti – che alleghiamo – non sono l’unica critica rivolta a Ilaria Cucchi, relativamente alla piega che ha preso il processo relativo alla morte di suo fratello Stefano.
Come riportato in un articolo di domenica scorsa su Il Secolo d’Italia, una pioggia di critiche arriva anche dalle famiglie che hanno affidato la ricerca di verità e giustizia per la morte dei loro congiunti, all’avvocato Fabio Anselmo (legale e compagno di Ilaria Cucchi).
A dare il via a questa protesta sui social è uno sfogo di Claudia Budroni, sorella di Dino Budroni, attinto da un colpo di pistola 8 anni fa. La Budroni lamenta mancata parità di trattamento tra i casi delle cosiddette “vittime di Stato”, poiché tutti scavalcati dall’attenzione nei riguardi del processo Cucchi, definito dalla stessa Budroni “processo politico”.
A lei fanno eco Lucia Uva, sorella di Giuseppe Uva, Giovanni Bifolco, papà di Davide Bifolco e Simonetta Cordella, mamma dei fratelli Tommaso e Niccolò De Michiel.
Per queste famiglie risulta inaccettabile il fatto che i Ministeri dell’Interno e Difesa si siano costituiti parte civile nel processo Cucchi, sedendo, d’ora in avanti, al fianco della parte offesa.
Tantissimi sono i commenti, anche sulla pagina facebook della Budroni, di indignazione per tutto quanto sta accadendo.
Di poche ore fa è anche la notizia (sempre riportata da Claudia Budroni) che a seguito di queste lamentele, Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo, avrebbero rimosso la donna dalle “amicizie virtuali”.
Gli stessi, con dei post sulle loro bacheche Facebook, hanno parlato di ‘invidia’. Fa riflettere a questo punto, un commento apparso sotto la bacheca di Claudia Budroni e indirizzato proprio all’avvocato Fabio Anselmo: «Cosa hanno da invidiare i parenti degli altri morti alla morte di Cucchi? Niente. Sono tutti sottoterra. Questa frase agghiacciante rende palese che, dopo aver perso la bussola, stai proprio fuori rotta – e prosegue – le guerre tra poveri non esistono. La guerra la fanno sempre i ricchi ai poveri. La definizione di “guerra tra poveri” nasce solo perché dei ricchi aizzano altri ricchi o un po’ meno ricchi contro altri poveri».
Insomma, la piega che ha preso questo processo e la prepotente presenza mediatica della sorella Ilaria, prima con un libro a firma di Carlo Bonini, poi con un film su Netflix, poi con un documentario su Nove, con varie ospitate in TV, ad eventi e nelle università e ora addirittura con una fiction, non piace al web ed effettivamente, poco ha a che vedere con la ricerca della verità che va cercata nelle aule di tribunale e non sui giornali o in tv.
Accendere i riflettori su una situazione affinché sia portata a conoscenza dell’opinione pubblica, è sacrosanto… la cosa diviene un po’ antipatica quando i riflettori iniziamo a puntarli su noi stessi. La giustizia, da che mondo è mondo, non è mai stata fatta su pellicola, né l’hanno mai trasmessa in prima serata, orario di commedie, cabaret e salotti politici.