“Il Decreto Dignità funziona benissimo e sono i dati a dimostrarlo. Tornare alle leggi sul lavoro di ‘piddina memoria’ e lasciare nuovamente spazio a sfruttamento e precariato? Anche no”.
Netto il commento del Sottosegretario per il Lavoro e le Politiche sociali Claudio Cominardi che risponde così alle notizie e alle dichiarazioni circolate in queste ore circa una possibile modifica del Dl 87/2018 attraverso una proposta di legge attualmente depositata alla Camera, ma della quale non si conoscono ancora i contenuti.
“Nonostante l’effetto stagnazione generato anche nel nostro Paese da una forte crisi dell’economia mondiale, la disoccupazione non è aumentata e i contratti a tempo indeterminato continuano a crescere. Anche l’ultimo report dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps ha dimostrato che nel primo trimestre del 2019, rispetto al primo trimestre 2018, i contratti a tempo indeterminato e i contratti di apprendistato sono aumentati notevolmente, registrando un +75% di trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato: da 125 mila a 219 mila. Nello stesso periodo dell’anno il saldo tra attivazioni e cessazioni di contratti stabili è stato di +241 mila contro il +106 mila dell’anno precedente (+126%). Parallelamente, sono calati i rapporti di lavoro in somministrazione e le cessazioni alla scadenza dei contratti a termine”.
“Il problema – afferma Cominardi – non è rappresentato dalle causali, che rappresentano la ragion d’essere del contratto e che il Decreto Dignità ha regolato allineandone i criteri di applicazione a quelli dei Paesi europei più avanzati. I dati non parlano nemmeno di un ‘eccesso di turn over’. Più sensata sarebbe l’introduzione del diritto di precedenza per i lavoratori in servizio”.