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Navi fantasma e mancanza di controllo

| 10 Giugno 2019 | ATTUALITÀ, ESTERI, IL FORMAT

Gli sbarchi continuano. Alcuni sono definiti sbarchi “fantasma” su piccole imbarcazioni e gommoni, altri invece sono portati alla luce dall’opinione pubblica che di tanto in tanto ritorna sul tema. Magari anche in base a ciò che Salvini sceglie di condividere.

Nella notte tra il 9 e il 10 Giugno vi è stato un ennesimo sbarco a Lampedusa, sbarco di 15 persone, tra loro qualcuno di nazionalità eritrea.  Nella giornata di ieri 38 persone a bordo di una piccola barca proveniente dalla Libia sono state trainate dalla Guardia Costiera al porto di Lampedusa. In questo caso la nazionalità di appartenenza sono la Guinea, la Tunisia e la Costa d’Avorio; alcuni di loro erano disidratati, compresa una bambina. Altre 53 persone sono state soccorse al largo dell’isola Capo Rizzuto.

In seguito all’archiviazione delle accuse mosse alla Sea Watch, quest’ultima è tornata nel Mediterraneo, dove per più di tre settimane nessuna nave civile è stata presente per salvare chi era in fuga dalla Libia.

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Negli ultimi giorni sono arrivati più di 300 immigrati, ciò non dipende dalla presenza o assenza di navi di soccorso in mare, è la disperazione che guida la maggior parte di loro. Circa 200 hanno raggiunto le coste siciliane, e poco più dii 100 hanno trovato soccorso sulle coste calabresi, gli ultimi erano 53. Nello stesso periodo circa 300 immigrati hanno trovato rifugio e assistenza a Malta. L’arrivo dell’estate e le acque calme favoriscono, come ogni anno, arrivi maggiori soprattutto su mezzi piccoli.

Ad Avetrana, domenica 2 giugno, i carabinieri hanno fermato due uomini di nazionalità ucraina per favoreggiamento alla clandestinità; in seguito all’avvistamento di circa 70 immigrati pakistani; quest’ ultimi sono stati accolti e sfamati all’interno del campo sportivo. Hanno avuto accesso ai servizi igienici ed è stato fornito loro latte e pane grazie anche alla collaborazione dell’amministrazione nella persona di Emanuele Micelli. La popolazione si è subito fatta presente offrendo il proprio sostegno e solidarietà.

I dati ufficiali del Ministero dell’Interno riportano che a parità di periodo, gli sbarchi sembrano ridotti più dell’80% rispetto all’anno precedente. Attenzione, bisogna però sottolineare che il controllo del mare e la possibilità di soccorsi, grazie alle scelte del nostro governo, sono notevolmente ridotte e fino a febbraio i dati riportati evidenziavano come non vi era stato nessun calo negli arrivi.

Il primo cittadino Martello, di Lampedusa, dichiara “I porti sono aperti e non ci sono controlli” infatti da Gennaio sul Cruscotto Statistico del Viminale non sono riportati i porti italiani e dell’isola e gli sbarchi non si sono mai fermati, alcune vite sono state salvate solo grazie all’intervento della Guardia Costiera, della Finanza e dei Carabinieri. Inoltre nei dati riportati dal Ministero mancano ovviamente i dispersi e i naufragi che han portato a diverse morti come quelle avvenute i primi di Maggio a largo della Tunisia con almeno 70 morti. Purtroppo nemmeno il sindaco di Lampedusa ha la possibilità di rilasciare elenchi ufficiali, in quanto il conteggio è frutto delle cifre raccolte dai pescatori o da chi si è trovato lì al momento giusto, perché queste imbarcazioni non vengono intercettate se non quando ormai sono già sulle nostre coste. Nulla di ufficiale per la mancanza di una rete, per l’asimmetria informatica e per l’assenza del governo.

Anche a Genova, lo scorso 30 Maggio sbarcarono circa 100 persone, salvati dalla Marina Militare che avevano notato che gli immigrati erano “in imminente pericolo di vita”. Diversi bambini erano presenti a bordo e l’allarme e la presenza dell’imbarcazione in avaria fu data già dal giorno prima da parte delle Ong.

Il Papa stesso si è espresso nuovamente in merito all’accoglienza, non solo per quanto riguarda l’Italia ma si è rivolto di nuovo all’intera Europa “ Gridano le persone in fuga ammassate sulle navi, in cerca di speranza, non sapendo quali porti potranno accoglierli, nell’Europa che però apre i porti alle imbarcazioni che devono caricare sofisticati e costosi armamenti, capaci di produrre devastazioni che non risparmiano nemmeno i bambini. Siamo qui consapevoli che il grido di Abele sale fino a Dio, come ricordavamo proprio a Bari un anno fa, pregando insieme per i nostri fedeli in Medio Oriente”.

Non si tratta di invasione, né di criminali che in massa si dirigono sulle nostre coste. Certo, ci sono dei criminali, certo ci sono delle donne e certo ci sono dei bambini; ma nulla di tutto ciò li distingue dalla popolazione italiana originaria. Purtroppo si sceglie di ignorare le morti, i naufragi e la situazione belligerante dei paesi di origine. Come riportato più di una volta l’accoglienza non è l’integrazione, infatti noi siamo tenuti ad accoglierli e l’Europa è tenuta ad integrarli.

Mentre il Primo Ministro Conte dà un ultimatum a questo governo, che sembra passare la maggior parte del tempo ad offendersi reciprocamente piuttosto che lavorare per l’Italia, la Cassazione ha bocciato la retroattività del decreto sicurezza; i porti restano aperti e nonostante la volontà del Ministro dell’Interno Salvini di chiudere i porti nell’attesa dell’approvazione del decreto sicurezza bis, i sindaci, ONG e buona parte del popolo si rifiuta di assumere un atteggiamento anti costituzionale, che per molti aspetti vìola i diritti umani sanciti a livello internazionale.

TAG: Europa, Governo Conte, immigrazione, Matteo Salvini, Onu, politica
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