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Meditare fa bene. Ancora una volta la conferma viene dalla scienza

| 8 Giugno 2019 | IL FORMAT

La meditazione è considerata il primo tentativo dell’uomo di mettersi in contatto con la dimensione trascendente. Mantenere l’attenzione sul respiro non è facile, la distrazione è continua, la mente non smette mai di pensare, ma quello che possiamo fare è accogliere i pensieri che arrivano e lasciarli andare, senza giudizio.

Li osserviamo e li lasciamo andare, come nuvole soffiate via da una leggera brezza e continuiamo a respirare. Una mente tranquilla, rilassata è una mente efficiente, attenta e pertanto più ricettiva nei confronti di quelle intuizioni che ci aiutano a prendere decisioni e ad affrontare e risolvere i problemi della vita. Da qualche anno ormai, sono molti gli studi scientifici, che confermano il beneficio della meditazione. L’ultimo arriva da Christopher May dell’Università di Groningen e pubblicato su The Journal of Positive Psychology: solamente 15 minuti di meditazione al giorno hanno lo stesso effetto di un giorno di vacanza sul fronte delle emozioni positive (ad esempio gratitudine) suscitate e del benessere psicofisico ottenuto, anche per un principiante che non ha esperienza nella tecnica del meditare.

Già in passato altri studi avevano dimostrato che in termini di riduzione dello stress e aumento del buon umore la meditazione ha gli stessi effetti di una breve vacanza. In questo studio sono stati coinvolti 40 giovani adulti cui è stato dato un cd per meditare per 15 minuti al giorno per alcune settimane non consecutive. Inoltre gli autori hanno tracciato in maniera sistematica tutte le volte che i partecipanti erano in pausa dai loro normali obblighi quotidiani di lavoro e altro.

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In questo modo i ricercatori hanno misurato l’impatto relative di vacanza e meditazione su condizioni quali le emozioni positive o negative provate, il benessere psicofisico, lo stato di calma inteso anche come la capacità di ascoltare se stessi e il mondo intorno (ad esempio fermarsi sul cinguettio di un uccello o sul ticchettio di un orologio in una stanza o ancora sul rumore di un auto che passa). “Abbiamo visto che appena 15 minuti di meditazione sono associati con effetti simili a quelli suscitati da un giorno di vacanza”: maggiore consapevolezza di sé e del proprio ambiente, emozioni positive, e relax, ha spiegato May.

Molte malattie cardiovascolari e neurodegenerative sono legate a uno stato di infiammazione di cui non si conosce esattamente né l’origine né la cura: se si riuscisse a ridurre lo stato infiammatorio forse le si potrebbe prevenire. È la strada percorsa quasi per caso da Steven Cole, qualche anno fa dell’University of California Los Angeles (Ucla): voleva studiare se la meditazione fosse in grado di ridurre la sensazione di solitudine degli anziani, condizione che aumenta il rischio di malattie cardiache, Alzheimer, depressione e persino morte prematura.Così ha messo una quarantina di soggetti in meditazione mezz’ora al giorno per 8 settimane.

Ma presto ha scoperto che questa “terapia” non si limitava a influire sul benessere psicologico: la meditazione riduceva anche l’attivazione dei geni correlati all’infiammazione e quindi riduceva l’infiammazione stessa. Il passo è breve anche per valutare gli effetti sul sistema immunitario. La meditazione sembra essere efficace anche su un particolare tipo di globuli bianchi, i linfociti CD4 T. Sono considerati il cervello del sistema immunitario perché coordinano l’attività dell’esercito di difesa quando il corpo subisce un attacco infettivo.

Ma sono anche le cellule che devasta il virus Hiv, responsabile dell’Aids, indebolendo la risposta immunitaria dei pazienti. Nel 2008 David Creswell, del Counsins center for Psychoneuroimmunology della Ucla, ha messo in meditazione per 8 settimane un gruppo di 24 soggetti sieropositivi (cioè infetti, ma non malati di Aids), confrontandoli con un equivalente gruppo di controllo. Nei soggetti in meditazione la riduzione dei linfociti CD4 T era inferiore rispetto al gruppo di controllo: l’effetto era della stessa portata in tutti i 12 meditanti, sia quelli in terapia antiretrovirale, sia in quelli che non lo erano.

La meditazione andrebbe praticata in un posto calmo e rilassato. In questo modo sarà possibile concentrarti esclusivamente sull’esercizio, al riparo da qualsiasi stimolo esterno e distrazione. Un luogo in cui non si corra il rischio di essere interrotti per tutta la durata della meditazione, che sia di 5 minuti o mezz’ora.

TAG: benessere, cure, meditazione
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