Le partenze dalle coste libiche aumentano, nelle ultime ore poco più di 200 immigrati sono stati recuperati a Tripoli dalla Guardia Costiera. Ieri è stato segnalato l’ennesimo naufragio a largo di Sfax, Tunisia.
L’imbarcazione partita dalle coste libiche è affondata, i 16 superstiti recuperati da un peschereccio tunisino e trasferiti su una motovedetta della Guardia Costiera libica, riportano che erano 75 alla partenza.
La Marina Militare nei giorni scorsi ha soccorso 40 migranti da un gommone in avaria in acque internazionali a 43 miglia delle coste libiche, Salvini continua a ribadire che vorrebbe i porti chiusi, mentre il ministro della difesa Trenta ha prontamente risposto con una nota “Dal Ministro non è arrivata alcuna indicazione particolare, ma abbiamo massima fiducia nell’operato della nostra Marina Militare e dei nostri uomini e donne in uniforme”.
La nave, facente parte dell’operazione Mare Sicuro, pattuglia il mare insieme ad altre navi e in particolare sostiene logisticamente la Guardia Costiera libica, inoltre protegge le piattaforme estrattive dell’Eni; legalmente è tenuta ad intervenire in caso di emergenza analogamente a quanto dettato dalle normative internazionali.
Il Presidente Conte, in contrasto con il suo vice, ha autorizzato lo sbarco ad Augusta.
Intanto altri 30 naufraghi sono stati soccorsi dalla nave Mar Jonio che invece viene posta sotto sequestro per presunte irregolarità, in seguito ad un controllo di polizia effettuato dalle Fiamme gialle a bordo della nave;ma non vi sono state notificate ufficiali alla Ong Mediterranea.
L’imbarcazione è attualmente attraccata a Lampedusa. Inoltre negli ultimi giorni il Viminale ha emanato una direttiva che, come sostiene Salvini, è volta al prevenire “atti illeciti”. Ad ogni modo, soccorrerli è un dovere come il non riportarli in Libia in quanto internazionalmente riconosciuto come porto non sicuro, nessun recupero di naufraghi può avere come destinazione le coste libiche.
Intanto, Salvini annuncia che vi sarà il “decreto sicurezza bis” e il Viminale fa sapere che la normativa introduce nuove misure volte al chiarimento delle competenze dei vari dicasteri in merito agli sbarchi, l’Interno acquisirà la facoltà di chiudere le acque territoriali o di limitarne il transito e/o la sosta.
Sono previste anche nuove sanzioni di natura amministrativa e pecunaria fino alla sospensione o la revoca da 1 a 12 mesi della licenza, autorizzazione o concessione. Il decreto non si limita a cercare di regolarizzare l’immigrazione e la clandestinità ad essa connessa, ma volge un occhio anche all’ordine pubblico.
Alcuni paesi, come Francia Lussemburgo e Malta, hanno dato disponibilità per l’accoglienza di alcuni immigrati. Purtroppo l’Europa ha nuovamente dimostrato di non essere all’altezza del momento storico.
Di fronte all’indifferenza dell’Europa e al persistente disprezzo da parte del nostro primo Ministro al diritto alla vita, al dover proteggere chi è in pericolo, qui si citano solo alcuni dei paesi che attualmente vivono uno stato conflittuale o di guerra.
In Libia, di cui i media parlano, è in atto una guerra civile tra il governo, l’isis e gruppi terroristici locali; ricordiamo che anche prima del degenerare del nuovo conflitto, la Libia non è considerata un porto sicuro.
In Egitto, che è stato uno dei primi paesi coinvolti dalla Primavera Araba(2011), attualmente vive ancora la guerra tra l’esercito e diversi gruppi jihadisti, tra i sostenitori di Gerusalemme e gruppi terroristi islamici legati e non al gruppo terroristico islamico dell’Iraq.
In Mozambico gli scontri si svolgono principalmente tra l’esercito e i ribelli Renamo, in Nigeria contro i militanti islamici, nella Repubblica Democratica del Congo il conflitto si svolte tra l’esercito coadiuvato dalla missione di stabilizzazione dell’ONU e diversi gruppi ribelli. Somalia, Burkina Faso, la Striscia di Gaza, la Siria vivono da molto tempo in uno stato di eterna guerra. Purtroppo questi sono solo alcuni dei conflitti, delle guerre sanguinarie in corso.
Purtroppo l’ Europa è complice di ogni carneficina in atto poiché le armi arrivano da noi, poiché il passato ci accomuna. E’ avvilente constatare come, nonostante i grandi sogni di gloria fatti e disfatti con la nascita dell’Europa, ci si deve rendere conto come l’Unione Europea si basi esclusivamente sull’aspetto economico.
E’ deludente constatare come l’Europa così fatiscente come appare all’esterno lo è anche all’interno, come un non so chè di marcio non riesce ad andare oltre il dio denaro che ha portato all’unione di così tanti paesi diversi e disparati che ad oggi non sono in grado di prendersi cura nè dei paesi all’interno dell’Unione nè dei paesi esterni con i quali ci sono diversi accordi (come anche l’Italia li ha con la Libia).