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“Tentato Golpe”, l’ultima Fake sul Venezuela.

| 2 Maggio 2019 | ESTERI

Fallisce tentativo di Golpe a Caracas”, con questa frase, ripetuta dalla RAI e altri media (grandi e piccoli) hanno disinformato l’opinione pubblica italiana cascando nell’errore di decontestualizzare gli eventi che hanno avuto luogo il 30 aprile nel Venezuela.

Sebbene la rivendicazione di una presunta “vittoria della Revolución sul tentato Golpe militare” sia stata dichiarata da Maduro nel tentativo di disinformare il proprio Paese sulle rivolte popolari in corso, i nostri media hanno adottato la Teoria del Golpe per intitolare i diversi articoli e analisi che sono stati pubblicati a seguito della tensione politica che si vive a Caracas.

Non posso affermare con certezza se tale disinformazione sia dovuta all’ignoranza su quanto accade nel Venezuela, alla pigrizia di informarsi sul serio prima di informare gli altri oppure a un vero e proprio tentativo di disinformazione con l’obiettivo di non ferire alcune sensibilità ideologiche.

So benissimo, invece, che per alcuni la causa contro il regime di Maduro sia la causa sbagliata, dopodiché, quando un dittatore indossa il rosso, parla di uguaglianza, di socialismo e attacca gli Stati Uniti, alcuni sembrano voler rivivere le dinamiche della guerra fredda e sostenere, anche in modo suadente, la sua permanenza al potere.

Forse vi state chiedendo, cosa c’entra questo con la disinformazione di cui stavamo parlando? È semplice. A quanto pare, la RAI e alcuni media, pur di non ferire le fibre dell’immaginario collettivo nazionale, è disposta a pubblicare del falso e a cascare persino nel negazionismo nascondendo alcuni elementi chiave che ci permetterebbero di avere una maggior comprensione sull’escalation delle tensioni a Caracas.

E quindi? Quali sarebbero questi elementi da prendere in considerazione? Cos’è che non va nelle notizie pubblicate dai più grandi media italiani? Anche qui mi viene da rispondere schiettamente: tutto.

In primis,la ribellione militare di cui stiamo parlando ha avuto inizio con la liberazione di un prigioniero politico chiamato Leopoldo Lopez, sentenziato senza un debito processo da un regime che lo ritiene scomodo per la popolarità di cui godeva. In altre parole, dal 2014 ad oggi, Leopoldo si è alternato dalla prigione ai domiciliari, dai domiciliari alla prigione e così via, soltanto per la sua popolarità: un reato che si paga caro nei regimi autoritari ma che non ha alcun fondamento giuridico.

Considerato che, un uomo non può essere privato di libertà senza motivazione giuridica alcuna (non soltanto in Italia, ma anche dal codice penale venezuelano tutt’ora in vigore) la prigionia subita da Leopoldo Lopez era da ritenersi un sequestro a tutti gli effetti e, di conseguenza, i membri dell’esercito venezuelano che hanno deciso di liberarlo dai domiciliari non hanno fatto altro che obbedire alle disposizioni dell’ordinamento giuridico in vigore.

In secondo luogo, la ribellione del 30 aprile ha perso il carattere militare dal momento in cui la popolazione civile si è recata nei pressi della base militare in cui si sono verificati i primi segnali di insurrezione, ponendosi in testa alle rivolte e dando continuità alle proteste civiche iniziate nel mese di gennaio nel Venezuela, le quali, pur avendo contato con il sostegno di sempre più militari che si ribellano al regime di Maduro non ha mai perso il carattere prevalentemente civico conferito dal sostegno di oltre l’85% della popolazione.

In terzo luogo, non è intellettualmente onesto parlare delle tensioni in corso senza far menzione dei fattori che sono all’origine dell’escalation. Se non si fa menzione della svolta autoritaria di un regime che nega il diritto al suffragio ai propri cittadini evitando di fare elezioni libere e verificabili, se non si fa menzione dell’iperinflazione, della carestia, della decimazione e, infine, dell’espulsione di massa alla quale sono stati sottoposti oltre 4.000.000 di venezuelani, ogni rivolta viene percepita come carente di motivazioni reali e manipolata per interessi politici interni ed esterni. I venezuelani invece, scendono in piazza non perché siano di destra o di sinistra, non lo fanno neanche per rivendicare dei ‘diritti umani’, ma si protesta per il diritto naturale alla sopravvivenza.

Si, la sopravvivenza che diventa sempre meno probabile ogni giorno trascorso da Maduro al Potere. Nel frattempo, il freddo racconto dei nostri media continua e continuerà a dare lo stesso peso a Maduro che sopravvive impiegando il suo intero arsenale per decimare il Popolo martoriato e quest’ultimo, costretto a morire sotto lo sguardo indifferente di coloro che, pur di non mettere in discussione il proprio tifo ideologico, preferiscono tacere davanti a uno sterminio di massa.

L’ultimo aspetto da sottolineare è di carattere  pratico. La folla, che è rimasta nei pressi della base militare de ‘La Carlota’, protestando e difendendosi dagli spari indiscriminati dei soldati filomaduristi e dei paramilitari, non intendeva neanche avvicinarsi al Palazzo di Governo, il quale, resta occupato illegalmente da Maduro, unico vero fautore di un Golpe dal momento in cui si è insediato, dando vita a un secondo mandato senza essersi sottoposto alla volontà popolare.

Nota: si è in presenza di Fake News anche quando si omettono degli elementi importanti di un fatto e non lo si racconta in modo integrale, lasciando spazio ad equivoci mirati a favorire una determinata interpretazione, spesso forzata, degli eventi in questione.

TAG: Cina, golpe, guaido, Maduro, proteste, russia, USA, Venezuela
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