fbpx
adv-80
<< CRONACA

Sanità, mille drammi e pochi servizi

| 25 Aprile 2019 | CRONACA, IL FORMAT

La situazione nella sanità non è delle migliori.

Liste d’attesa interminabili, mancanza di personale, strutture fatiscenti. Purtroppo l’elenco è lungo. I controlli straordinari effettuati in occasione delle festività pasquali, in alcune case di riposo, nelle province di Modena, Trapani e Messina, dai Carabinieri dei Nas parlano chiaro: sovraffollamento, sporcizia, farmaci scaduti.

Il bilancio complessivo dell’operazione è di tre indagati, una struttura sospesa e il sequestro di centinaia di confezioni farmaci, per un valore complessivo di circa 600mila euro. In particolare, nel corso di accertamenti effettuati nelle provincia di Modena, i militari del Nucleo per la Tutela della Salute hanno trovato diverse irregolarità igienico sanitarie, oltre a un numero degli ospiti presenti in struttura superiore alla capienza massima autorizzata, mancato rispetto delle normative di sicurezza sul lavoro ed insufficiente preparazione professionale del personale nei confronti degli anziani non autosufficienti.

La situazione è stata segnalata all’autorità competente che ha disposto la sospensione dell’attività. In una struttura in provincia di Modena, invece, all’interno degli armadi contenenti i farmaci, sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi medicinali scaduti e altamente nocivi per la salute degli anziani ricoverati. I controlli hanno preso di mira anche alcune strutture in Sicilia. In una casa di riposo in provincia di Trapani, tra i farmaci utilizzati per gli anziani sono stati rinvenuti anche medicinali ad azione stupefacente non annotati sul relativo registro.

adv-165

Mentre il responsabile di una casa di cura in provincia di Messina è stato segnalato alle autorità competenti per carenze igienico strutturali e per la mancata attuazione del piano di autocontrollo alimentare, obbligatorio per legge. Cosa ha di civile una storia del genere? Rimanendo nell’argomento sanità a 360°, doveroso sottolineare la grave situazione, legata alla carenza di personale nelle strutture sanitarie.

Dopo i pensionati richiamati al lavoro in Molise e Veneto per far fronte alla carenza dei medici , ora la Toscana ricorre ai neolaureati, dunque non ancora specializzati, da formare e assumere con contratti libero professionali ‘formazione lavoro’, da impiegare nei pronto soccorso. Misure straordinarie, adottate dalla Regione, che attirano le critiche degli addetti ai lavori.

Pensionati e neolaureati in corsia, “ma sembra ci sia dimenticati dell’età di mezzo”, ironizza Carlo Palermo, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, sostenendo che con queste misure “si sta perdendo di razionalità e lucidità”, si sta prospettando “una sorta di sanità pubblica a basso costo” e “un’ulteriore deleteria precarizzazione” che mette a rischio i medici stessi, creando disparità, e la sicurezza delle cure.”Ormai siamo davanti a una disarticolazione dell’organizzazione del lavoro negli ospedali”, denuncia ancora il leader dell’Anaao, facendo un esempio: “per formare un’equipe che lavora con me per anni devo investire su questi professionisti, farli crescere in capacità tecnica, cultura.

Che razza di investimento posso fare se non so neanche se il contratto dei miei medici ci sarà ancora fra sei mesi o un anno?” Ecco allora “questa ulteriore precarizzazione, laddove negli ospedali pubblici devono esserci contratti a tempo indeterminato, con poche o meglio una sola tipologia di contratto, perché chi organizza una equipe non può modulare l’attività in base ai diversi stati giuridici. E’ una cosa impensabile!”, conclude.

Sulla stessa linea dell’Anaao anche la Fp Cgil Medici.

“E’ una formulazione aberrante quella di chiamare giovani laureati in Medicina in pronto soccorso. Non è come far lavorare chi è in pensione o assumere dottori stranieri, ma così si creano comunque medici di ‘serie A’ e di ‘serie B’. Non si risolvono i problemi mettendo questo tipo di toppe che sono peggio del buco, ed è chiaro che non c’è la volontà di trovare i fondi per aumentare le borse di studio per le specializzazioni”.

Spiega Andrea Filippi, segretario nazionale della Fp Cgil medici. La Regione Toscana “non sarà l’unica su questo fronte – aggiunge Filippi – sicuramente ne seguiranno altre. Basta vedere quello che sta accaddendo ultimamente: la Regione Piemonte ha messo a lavorare i medici di famiglia per i codici bianchi in pronto soccorso scegliendo però i ‘massimalisti’, ovvero quelli che hanno più di 1.500 assisti. Un chiaro favore fatto ai i medici di famiglia. Il Veneto ha deciso di richiamare in servizio i medici in pensione con ricchi contratti di collaborazione o di optare per l’assunzione di medici stranieri”.

TAG: case di cura, disservizi, Ospedali, sanità
adv-35
Articoli Correlati
WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com