Tre anni dopo l’ultima operazione di rimozione compiuta dalla Sezione Pronto Intervento Centro Storico di Roma Capitale, i lucchetti continuano a raccontare la potenza dell’amore giovanile a Ponte Milvio, a Roma.
In centinaia, in grappoli sui sostegni di ferro, di ogni colore e dimensione, affissi perfino ai lampioni, si stagliano sul suggestivo sfondo del Tevere. Iniziali, nomi, messaggi, promesse e date che rivelano la giovanissima età di che li ha attaccati.
Fanno bene, i giovanissimi, ad amplificare l’importanza del momento che vivono. E farebbero bene anche gli adulti a non sottovalutare l’effetto-Tsunami di un eventuale primo amore che ritorna.
Nancy Kalish, responsabile di un team di psicologi dell’Università di Sacramento in California, da 14 anni studia questo tipo di relazioni. Ai primi amori che tornano ha dedicato il libro “The Lost Love Chronicles: Reunions and Memories of First Loves”.
I primi amori sono indelebili nella memoria degli interessati e i ricordi tornano prepotentemente se avviene il fatidico incontro. Spesso, insieme ai ricordi, tornano anche i sentimenti. E in modo così impetuoso da sconvolgere l’equilibrio personale delle persone coinvolte, e con loro relazioni considerate solide.
«Il primo amore non solo non si dimentica, ma crea più dipendenza di qualsiasi sostanza chimica», spiega la dottoressa Kalish. «È un legame fortissimo, anche se rimane sopito. Solo i rapporti nati in età adolescenziale possono ripartire con una forza tanto intensa dopo decine di anni».
Il denominatore comune delle separazioni dei “primi amori” studiati dalla Kalish erano i motivi della rottura: quasi sempre fattori esterni o genericamente “di vita” (ad es. l’influenza dei genitori, il trasloco di uno dei due per motivi di studio o di lavoro).
Il fallimento non era dovuto quindi a dissidi interni alla coppia o ad incompatibilità caratteriali. Le coppie ricostituite erano solide e nella grande maggioranza dei casi restavano insieme, perchè avevano l’impressione di aver potuto “correggere” i fattori esterni. Stavano insomma scrivendo insieme la “bella copia” della loro storia.
Il complice per antonomasia è il solito Internet (galeotto). In uno studio realizzato dalla Kalish negli anni ’90, la percentuale di coppie di “primi amori ritrovati” che avevano chiuso relazioni precedenti per stare di nuovo insieme si attestava intorno al 30%.
Lo stesso studio condotto negli anni 2000 ha rivelato che la percentuale di coloro che ricercavano e ritrovavano il primo amore era più che raddoppiata (62%). In parallelo, i matrimoni o i legami di convivenza precedenti entravano in crisi o annaspavano, non riuscendo ad avere la meglio in un confronto impossibile da reggere. Perché il primo amore è unico, è puro, è sincero. E quando torna, riempie tutto lo spazio del cuore.
Il primo contatto avviene quasi sempre su Internet. Su un social, da Facebook a LinkedIn a Instagram. “Basta un clic”, spiega la Kalish. « Se si risponde al primo messaggio email, è finita.
E’ come assaggiare per la prima volta una patatina. Pensate davvero che riuscirete a smettere di mangiarle per il resto della vostra vita? »
Inutile anche provarci…