la partecipazione delle donne ai ruoli dirigenziali nella società attuale è ancora limitata. Se pensiamo che dei 190 stati di tutto il mondo, solo 20 sono attualmente guidati da una donna e fra questi 20, tra i più ricchi, solo Germania e Gran Bretagna hanno un leader femminile (sondaggio di Le Figaro), ci rendiamo conto che la leadership al femminile è davvero ridotta. Ma aldilà dei discorsi meritocratici e di pari opportunità, la donna è veramente interessata a ricoprire cariche di potere?
L’essere umano, si sa, agisce in base ai propri valori di riferimento, che lo guidano nelle proprie scelte di vita. Secondo Robert Dilts, psicologo statunitense, un valore è uno stato emotivo che vogliamo provare o che vogliamo evitare. I valori sono delle super credenze, ossia convinzioni molto profonde su cosa è importante per noi, radicate in noi all’incirca dall’età di 20 anni. In genere, i valori tipicamente maschili e quelli tipicamente femminili sono opposti.
Nonostante che per avere pari opportunità e diritti e lottare contro la discriminazione, la donna di oggi abbia assunto caratteristiche maschili, non ci stupiamo se i valori maschili si impostino intorno alla ragione, mentre quelli femminili intorno alle emozioni.Dunque, la donna, farà le proprie scelte basandosi sull’intuito, l’introspezione, la sensibilità e tenderà, invece, ad avere accanto, per quella sorta di complementarietà che li caratterizza da sempre, uomini che, per caratteristiche intrinseche, daranno loro sicurezza. Sono spesso uomini che esercitano un potere, un potere di qualsiasi tipo.
debba essere fatto un discorso evoluzionistico e non solo culturale. Quanto la nostra evoluzione influisce sulle scelte che le donne operano in merito al partner? Quanto invece tutto dipende dalla cultura, dalla società, dagli usi? Da un punto di vista meramente evoluzionistico, gli uomini che hanno maggior potere economico e sociale, vengono percepiti come più propensi a dare alla donna protezione per sé e per la prole che dovrà crescere. Un uomo potente e simpatico, gentile, che sa prendersi cura dei figli è sicuramente più attraente e tende a conquistare maggiormente le donne.
Gli uomini, invece, dal punto di vista evoluzionistico sono attratti dalla bellezza fisica, che spesso è indice di salute e forza riproduttiva, le donne invece no: la bellezza conta, ma non è determinante. E per quanto le donne continuino a ripetere che è così, molti uomini non ci credono.
C’è una spiegazione anatomo-fisiologica: il cervello più antico, il decision maker, cioè quello che prende le decisioni riguardo a sopravvivenza e riproduzione, la parte del cervello che decide chi ci attrae e chi no, non è di certo la parte razionale. Non ci stupiamo più, infatti, nel vedere camminare abbracciati stretti stretti uomini fuori forma a donne bellissime con un fisico da modelle.
Ma ci sono anche fattori culturali che entrano in gioco. Ad esempio, le donne amano i calciatori perché sono belli e ricchi, ma anche i nerd perché sono intelligenti e originali nel pensiero. Dunque, il concetto di potere è relativo: si intende, con esso, anche la superiorità intellettiva, che riveste un certo fascino negli uomini. Un uomo intelligente sarà in grado di far carriera e regalare alla propria partner una vita soddisfacente.
Ci sono oggi anche donne che, pur di affermarsi in contesti prima esclusivamente maschili, si sono ritrovate a vestire i panni dell’austerità, dell’autoritarismo, della razionalità a tutti i costi. Donne che intendono dimostrare all’uomo di esser più di loro, ma che pagano il prezzo di accantonare aspetti femminili importanti, come l’emozionalità e la sensibilità, l’intuito, la creatività, la capacità d’introspezione e di visione profonda, E così, pensando di acquistare potere, dimenticano la loro innata potenza, l’autenticità.
che l’integrazione non si compie solo tramite una ricerca all’esterno di noi, senza aver prima compiuto un percorso di autoconoscenza, un lavoro psicologico che ci fa riscoprire quel maschile e quel femminile dentro di noi, spesso in conflitto come due amanti opposti e complementari, entrambi necessari al nostro equilibrio.
E agli uomini, invece, suggerisco di abbandonare lo stereotipo di uomo forte che non mostra le proprie emozioni, di lasciarsi andare senza paura di sembrare deboli o vulnerabili perché è proprio questo che attrae le donne, non il superuomo, dunque, bensì colui che è capace di capacità metacognitive, ossia di riflettere e di adeguare in itinere il proprio modo di pensare alle circostanze o agli eventi. Dà protezione e sicurezza sapere di poter contare proprio su una persona così!
bensì di equilibrio interiore che non è quindi una questione di genere, ma la mappa faticosa su cui uomini e donne si muovono alla ricerca della propria serenità.