“Non darò mai autorizzazione alla sbarco in un porto italiano, fortunatamente siamo a buon punto”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nel corso della registrazione di Porta a Porta. “I colleghi europei ci dicono grazie per la riduzione degli sbarchi. Sono convinto di essere nel giusto e tiro dritto.” Ma il ministero dell’Interno e il ministero dei Trasporti non hanno mai adottato alcun provvedimento formale di chiusura dei porti in occasione delle vicende riguardanti la nave militare Diciotti e le navi della Ong Proactiva Open Arms. Ad affermarlo è l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), a seguito di sei azioni di accesso civico inoltrate ai dicasteri competenti, da cui ha ottenuto risposte che confermano che essi non hanno adottato alcun provvedimento formale di chiusura. Agli atti del Viminale, dunque, non risulta alcun documento amministrativo di propria emanazione concernente l’impedimento, il divieto ovvero l’autorizzazione all’ingresso nel porto di Trapani della nave Diciotti, come, tra l’altro, si legge nel documento di riposta del ministero. Che sia stata inviata un’analoga comunicazione in relazione al presunto divieto di attracco per le navi di Proactiva Open Arms: anche in questo caso la Direzione Centrale non ha prodotto e tantomeno detiene alcun provvedimento o nota inerente al divieto di attracco.
L’Asgi chiarisce formalmente, come già emerso in via informale, che alcun atto amministrativo sia stato emanato in tale senso. Questo significa che le navi che soccorrono i migranti nel mar Mediterraneo avrebbero potuto accedere ai punti di sbarco in Italia senza violare alcun atto governativo. A oggi non c’è quindi alcun ostacolo giuridico opponibile alle navi delle organizzazioni umanitarie in relazione all’attracco sulle nostre coste. Infatti l’esito dell’accesso civico conferma, inoltre, che l’attuale politica del Governo italiano di gestione dei soccorsi nel Mediterraneo si muove al di fuori della legalità interna ed internazionale.
È chiaro che d’ora in poi le autorità competenti, anche quelle portuali, dovranno rispettare la normativa nazionale ed internazionale in vigore, in ossequio al principio di legalità e trasparenza dell’azione amministrativa, tenendo in considerazione esclusivamente ordini formalmente e sostanzialmente legittimi disposti dalle competenti autorità e non mere affermazioni che, pur provenienti dal Governo, siano prive dei suddetti requisiti. Questa ammonizione dovrebbe sanzionare le azioni illegittime che hanno visto il vicepremier Salvini e tutti coloro che non hanno rispettato le direttive. In altre parole, anche in questo caso l’abuso dei poteri istituzionali prevarica, non solo il senso civico ma persino il rispetto delle leggi.