Multe, esclusioni a scuola, ora c’è chi propone il carcere. Il passo successivo sarà ripristinare la pena di morte?
E’ ben dura la vita di un genitore no vax. Esposto al pubblico ludibrio, alla gogna mediatica, ormai è diventato un paria sociale. E se va in porto l’alzata d’ingegno di un deputato di Forza Italia, in futuro rischierà la galera.
“Le sanzioni pecuniarie non bastano: in taluni casi si è di fronte a contagi colposi per cui devono essere previste sanzioni penali”. Così Roberto Novelli, deputato di Forza Italia e componente della commissione Affari sociali, sui casi di morbilli verificatisi a Bari.
“Chi non vaccina i figli è consapevole di esporre al rischio altre persone. E se il contagio si verifica è giusto che si proceda penalmente. Presenterò una proposta di legge per introdurre questa fattispecie di reato, nell’interesse della collettività, con buona pace di chi, al governo, strizza l’occhio ai ‘no vax’. Tra chi porta evidenze scientifiche e chi crede alle sirene sono e sarò sempre dalla parte dei primi, anche se dovessero essere zittiti dalle censure grilline”, conclude Novelli.
C’è qualcosa che mi sfugge. Chi esattamente in questo governo strizzerebbe l’occhio ai ‘no vax’? Non è sotto questo governo che sono iniziate le espulsioni scolastiche per i bambini da 0 a 6 anni non vaccinati? E non è con il DL 770 attualmente in discussione in 12* Commissione (Igiene e Sanità) al Senato che si vuole andare ben oltre la popolazione scolastica, non prevedendo alcun limite d’età per l’obbligo finalizzato a mantenere alte le coperture vaccinali (quindi potenzialmente da 0 a 99 anni)? Quello che doveva essere un superamento della L.119 va prefigurandosi sempre più come un suo inasprimento e una universalizzazione degli obblighi contestati dai sostenitori della libera scelta.
L’obiettivo è sempre lo stesso: raggiungere la soglia dell’immunità di gregge, ovvero la protezione indiretta che si verifica quando la vaccinazione di una parte significativa della popolazione (95%) tutela anche chi non ha sviluppato l’immunità (ovvero, che non ha avuto la malattia e non è stato vaccinato).
Ma funziona davvero? È vero che a coperture elevate corrisponde una diminuzione dei casi? Vediamo i dati del Ministero della Salute. Dal 2007 al 2017 la copertura vaccinale in Italia ha oscillato tra un minimo dell’85.2% (2016) e un massimo del 90.6%. Nel 2008 (copertura dell’89.6%) i casi di morbillo (5312) sono decuplicati rispetto ai 595 del 2007, quando la copertura era dell’88.3%, per poi riscendere a 759 nel 2009 (copertura del 90.1%). Nel 2011, quando la copertura vaccinale ha toccato il livello più alto (90.6%), i casi di morbillo sono schizzati a 4671. E nel 2015, quando la copertura è scesa all’86.7%, i casi sono stati solo 254. Qualcuno mi spiega dov’è la correlazione tra copertura vaccinale e casi di morbillo?
Le perplessità aumentano facendo riferimento al caso della Regione Lazio. Secondo il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, il Lazio è l’unica Regione italiana ad aver superato la soglia del 95%, che garantirebbe appunto l’immunità di gregge. Allora perché, con 235 casi dall’inizio del 2018 (dati ISS), il Lazio è la regione con più casi di morbillo dopo la Sicilia? E nel 2017, anno d’inizio dell’obbligo vaccinale (da agosto), il Lazio ha registrato il maggior numero di caso di morbillo in Italia (1674)?
Proseguono intanto le campagne di sensibilizzazione per superare l’esitazione vaccinale, con sfumature sempre più intimidatorie. Inquietante in questo senso la comunicazione messa in atto dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Como. L’immagine è quella in evidenza, in testa a questo articolo.
Ma tant’è. Ascoltiamo la voce della Scienza, che non deve spiegazioni ai comuni mortali. Vacciniamoci tutti!
Ora scusate, devo salutarvi. Non vado a vaccinarmi, ma a denunciare il mio capo per procurato contagio: stamattina in riunione ha detto di avere mal di gola e febbre.