
San Romero d’America è stato canonizzato davanti a 70.000 fedeli presenti in Piazza San Pietro. La sua canonizzazione arriva insieme a quella di Paolo VI e altre cinque vite esemplari che sono entrate a far parte dell’albo dei Santi della Chiesa Cattolica.
Nato il 15 agosto 1917, Oscar Arnulfo Romero è stato arcivescovo de El Salvador in un momento storico che lo vide costretto a battersi per i diritti umani in un paese dove i colpi di Stato erano all’ordine del giorno.
Proprio nello Stato più piccolo e fragile dell’America Centrale, dove i latifondisti e i militari si spartivano le ricchezze e il potere, la voce di Oscar Romero risuonava sempre più forte per denunciare la disuguaglianza sociale e la violazione sistematica dei diritti umani nel suo paese.
Oscar Romero si schierava dalla parte dei poveri affermando “la maggioranza del nostro popolo viene oppressa e repressa quotidianamente dalle strutture economiche e politiche del nostro paese”. Consapevole dei rischi che comporta essere dalla parte dei più deboli, sottolineava che “un vescovo può morire ma la chiesa di Dio, che è il popolo, non perirà mai”.
In effetti, le minacce di morte facevano una specie di effetto opposto che lo spingeva ad andare oltre le formalità nelle se omelie che spaventavano l’oligarchia salvadoregna. Amato dai poveri e con la propria speranza posta in Dio e nelle nuove generazioni, Romero ha donato la propria vita per la causa dei più fragili.
A 28 anni di distanza dalla sua morte possiamo affermare che, nonostante la forza retorica delle sue omelie, la migliore predica di Romero è stata la sua testimonianza composta da quelle piccole azioni che fanno la differenza in un mondo inflazionato di discorsi ma carente di azioni concrete.
Il 24 marzo 1980, una pallottola ha colpito il cuore di Romero mentre celebrava una messa nell’Ospedale “Divina Providencia”. Così fu spenta la vita del sacerdote dei poveri che accendeva ogni domenica con i suoi discorsi.
C’è chi afferma che da quando è morto, Romero non è mai stato zitto. Le sue parole sono una fonte d’ispirazione che potrebbe essere applicata ovunque: dai popoli latinoamericani costantemente oppressi alla realtà odierna di un’Europa che sembra rassegnarsi , tra la paura e l’indifferenza, al proprio declino.
Sarà un caso che la canonizzazione di un profeta ucciso per dire la verità coincida con un momento storico nel quale la verità stessa rischia di essere uccisa?