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La Biblioteca Nazionale di Napoli, cuore dell’arte e della letteratura

| 12 Ottobre 2018 | CULTURA

Un luogo che custodisce un tesoro ricco di storia, arte e letteratura posizionandosi al terzo posto dopo Roma e Firenze per patrimonio ed estensione.

La biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III è uno dei centri più visitati dai turisti per il suo patrimonio di arte e letteratura. La sua storia si colloca agli inizi del XVIII secolo nel Palazzo dei Sudi, l’attuale Museo Nazionale , che conteneva svariate opere letterarie e raccolte librarie. Con il passare degli anni, grazie ai fondi ottenuti da parte di biblioteche di privati, la fondazione si estese e incrementò il materiale librario proclamando la propria apertura ufficiale nel 1804.

In seguito all’unità d’Italia la sede si arricchì grazie a numerose donazioni  e al possesso dell’Officina dei Papiri Ercolanesi , istituita da Carlo di Borbone con lo scopo di salvaguardare e conservare i papiri provenienti dagli scavi di Ercolano. Nel 1919 la Biblioteca Nazionale si trasferì  in parte nelle stanze del Palazzo Reale grazie al sostegno di molti intellettuali e all’appoggio di Benedetto Croce che in quel periodo ricopriva la carica di Ministro della Pubblica Istruzione. Le sale del Palazzo Reale furono ristrutturate secondo uno stile Neoclassico con dipinti e stucchi dorati inerenti alla fama della famiglia dei Borbone. All’interno della Biblioteca si possono ammirare diverse sale, ognuna con un fascino diverso: la sala delle stagioni, dove è possibile ammirare affreschi di tema mitologico; la sala Farnese dove si possono ammirare i temi della mitologia classica; l’ultima è la sala della sezione napoletana con opere che rimandano al mito di Cupido.

Nonostante la bellezza e la maestosità di queste sale, la Biblioteca attraversò un grande momento oscuro dovuto allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dove vennero messe in pericolo molte opere.  Successivamente la sede riaprì al pubblico ed espanse sempre di più la sua fama. Oggi la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III si colloca al terzo posto come centro di grande patrimonio letterario e artistico, dopo quelle di Roma e Firenze, e custodisce circa 19.000 manoscritti, raccolte pubbliche e private nonché testimonianze autografe di Tasso, Vico e Leopardi. Ogni anno promuove una serie di iniziative in collaborazione con istituti culturali italiani entrando a far parte anche del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) e quindi accessibile dalla rete.

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