Il tema sicurezza è tra i più sentiti da parte dell’opinione pubblica e ha giocato certamente un ruolo importante durante la campagna elettorale delle scorse politiche, che hanno visto proprio l’affermazione di un partito che ha fatto della sicurezza uno dei suoi argomenti forti. Tra i metodi più innovativi per affrontare tale questione vi sono i controlli di vicinato, una realtà caratterizzata dalla collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine. Ne abbiamo parlato con Patrizia Gambarini, vice-comandante della Polizia Municipale del comune di Modena, che si è impegnata in prima persona nel progetto controlli di vicinato, maturando una notevole esperienza.
Buongiorno signora vice-comandante, cosa sono i controlli di vicinato? Si tratta di una nuova realtà che recupera quello che nel passato veniva fatto spontaneamente dai cittadini, cioè aiutarsi reciprocamente creando una rete di solidarietà tra vicini di casa, ottenendo un interscambio positivo. Queste idee sono state recuperate a livello nazionale da una associazione che ne ha fatto il proprio cavallo di battaglia perché da qualche anno a questa parte i cittadini non sono più solidali tra di loro ma si sono rinchiusi nelle loro roccaforti, ovvero la propria abitazione, il luogo di lavoro, la frequentazione amicale. Non sono più altruisti. Finché non è avvenuta una sorta di destabilizzazione collettiva, causata ad esempio dai furti in appartamento, che ha messo in pericolo la nostra area sicura per eccellenza, ovvero l’abitazione. L’amministrazione comunale ha lanciato queste iniziative affinché la gente collabori con la Polizia Municipale per costruire un sistema di sicurezza urbana partecipato.
Quindi lo scopo dei controlli di vicinato è stimolare la solidarietà tra cittadini creando una collaborazione con le forze dell’ordine? Esattamente, i controlli di vicinato non sono altro che un recupero di questo alveo di solidarietà, ma permettono al contempo di conoscere la pubblica amministrazione. Questo è un altro aspetto rilevantissimo che dobbiamo valutare. Molte persone hanno stereotipi e pregiudizi nei confronti della pubblica amministrazione, ma la realtà è che non ti vengono a conoscere direttamente. Cittadinanza e pubblica amministrazione devono imparare a conoscersi e stabilire un rapporto di fiducia reciproca. E i controlli di vicinato permettono di fare esattamente questo.
Quando sono nati i controlli di vicinato? In Italia si parla di controllo del vicinato dagli anni duemila ma questa realtà nacque già negli anni 60′ – 70′ in Inghilterra, fui poi esportata negli Stati Uniti e infine nel continente europeo. In Italia esiste l’Associazione Controllo del Vicinato, un’associazione di volontariato che ha creato un rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione. Tale associazione si serve di cartelli bordati di giallo che identificano la zona dove è operativo questo tipo di controllo. Nel comune di Modena è stata la Polizia Municipale a farsi promotrice di questa iniziativa, a partire da marzo 2017.
Come si fa a creare un gruppo di controllo del vicinato? Il cittadino deve interagire prima con la pubblica amministrazione che poi lo metterà in contatto con l’Associazione. Nel comune di Modena il controllo di vicinato è nato appoggiandosi all’Associazione nazionale ma in altre realtà è nato in modo indipendente, a prescindere dall’Associazione. Per creare un gruppo sono necessari innanzitutto solidarietà e spirito collaborativo tra i cittadini.
Qual è il ruolo concreto delle forze dell’ordine? Come si attua, in pratica, la collaborazione con i cittadini? La Polizia Municipale mette a disposizione i propri operatori per un contatto diretto con i cittadini che vogliono costituire gruppi codificati facenti parte di questa Associazione. Si organizza un incontro tra i cittadini desiderosi di formare un gruppo e la Polizia Municipale in cui quest’ultima illustra le modalità di funzionamento del controllo di vicinato. Al termine dell’incontro si raccolgono i nominativi dei cittadini che vogliono far parte del gruppo e i nominativi del referente, ovvero il rappresentante del gruppo, che è scelto dai cittadini tra di loro. La Polizia Municipale interagisce solo con il referente. A Modena, più di mille abitanti, divisi in circa 30 gruppi, partecipano già ai controlli di vicinato quindi ovviamente abbiamo bisogno di un referente che sintetizzi le informazioni per ogni gruppo, perché interagire direttamente con più di mille persone non è possibile.
Come si mettono in contatto le forze dell’ordine con i cittadini? I gruppi di controllo sono in contatto con le forze dell’ordine attraverso chat WhatsApp, ma ogni gruppo può scegliere il metodo che vuole, non ci sono restrizioni in merito. Esistono due tipi di chat: quella in cui ci sono tutti i membri del gruppo e quella tra il referente e l’ispettore di Polizia Municipale.
Come intervengono le forze dell’ordine? Dunque, bisogna fare una distinzione per non creare confusione. Se c’è un intervento da richiedere nell’immediatezza il cittadino deve chiamare subito il numero di emergenza senza passare per la chat del gruppo. Per esempio, nel caso in cui veda un ladro che sta rubando in un appartamento. Se invece il cittadino vede costantemente movimenti anomali nella sua zona, che destano sospetto, allora deve contattare il suo referente che a sua volta parlerà con le forze dell’ordine che si attiveranno per intervenire. Il referente del gruppo è quindi una fonte di informazioni privilegiata per le forze dell’ordine. Il controllo di vicinato funziona bene se tutti i fenomeni anomali che avvengono in una determinata zona o via vengono segnalati.
Per quali reati si sono rivelati maggiormente efficaci i controlli di vicinato? Per tutti i reati predatori, ovvero furti in abitazione, danneggiamenti, occupazioni abusive di immobili, anche attività di spaccio.
È vero che già solo il cartello funge da deterrente? Si, è vero. Possiamo dire che in alcune zone già solo la presenza del cartello mette in allarme chi è malintenzionato, per questo ogni zona deve essere delimitata.