
Sergio Marchionne è morto. L’ex amministratore delegato (Ad) di Fca si è spento all’età di 66 anni all’ospedale universitario di Zurigo dove giunse lo scorso 27 giugno per un’operazione alla spalla destra. Le condizioni dell’ex manager si sono aggravate la scorsa settimana durante la convalescenza post-operatoria tanto che si è resa necessaria la sua sostituzione. “Sergio non potrà riprendere l’attività lavorativa” dichiarò John Elkann, presidente di Fca, dopo aver preso conoscenza delle condizioni di Marchionne. La sua situazione clinica è precipitata ulteriormente nel fine settimana.
L’ultima apparizione pubblica di Marchionne risale allo scorso 26 giugno quando a Roma presentò un modello esclusivo di Jeep Wrangler dedicato all’Arma dei Carabinieri per il pattugliamento delle spiagge. Le persone vicine a Marchionne notarono che quel giorno l’allora Ad di Fca era affaticato, stanco e pallido ma per lui che era figlio di un maresciallo dei Carabinieri quello era un appuntamento irrinunciabile. Il giorno dopo Marchionne andò alla clinica di Zurigo per l’intervento alla spalla, clinica da cui purtroppo non sarebbe più uscito.
Per quanto riguarda la causa del decesso non vi sono ancora conferme ufficiali ma le persone vicine all’ex manager italo-canadese sospettano che le gravi complicanze sopraggiunte durante la convalescenza post-operatoria, che infine hanno causato la sua morte, sarebbero state provocate da un tumore ai polmoni o alla pleura. Franzo Grande Stevens, storico avvocato di Gianni Agnelli, che considerava Marchionne “un fratello”, in una lettera al Corriere della Sera, riconosce “l’incapacità” dell’ex dirigente “di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette”. “Quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che egli era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita – afferma Grande Stevens nella sua lettera – perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette. Tuttavia, quando seppi che era soltanto un “intervento alla spalla”, sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii che era vicino alla fine”.
Sergio Marchionne lascia la compagna e i due figli. L’ex manager ricopriva diversi ruoli di vertice all’interno della galassia Fca. Il ruolo di amministratore delegato del gruppo è stato assunto da Mike Manley mentre agli incarichi di presidente ed amministratore delegato di Ferrari (ruoli che Marchionne avrebbe dovuto ricoprire fino al 2021) sono subentrati rispettivamente John Elkann e Louis Camilleri.
L’industria italiana perde uno dei suoi manager più conosciuti e proficui. Marchionne ha fatto la storia dell’automotive italiano. Egli ha fatto risorgere Fiat attraverso l’acquisizione di Chrysler nel 2009 e la creazione del gruppo Fca nel 2014, gruppo che nel corso degli anni è diventato uno dei più grandi a livello globale, attualmente il settimo per numero di veicoli prodotti. Entrato nell’immaginario collettivo grazie al suo pullover nero, Sergio Marchionne lascia un’eredità pesantissima che non sarà facile da eguagliare.