L’era Sergio Marchionne finisce in modo anticipato e drammatico. L’amministratore delegato del gruppo automobilistico Fca lascia il suo incarico a causa di “complicazioni inattese sopraggiunte durante la convalescenza post-operatoria, aggravatesi nelle ultime ore”, si legge in un comunicato stampa di Fca rilasciato ieri. “Per questi motivi il Dr. Marchionne non potrà riprendere la sua attività lavorativa”, continua il comunicato. Il suo mandato sarebbe terminato nel 2019.
L’addio di Marchionne, al vertice di Fiat dal 2004, segna la fine di un’era che ha portato il gruppo torinese al vertice del settore dell’automotive a livello globale. Attualmente Fca è il settimo gruppo automobilistico al mondo per numero di veicoli prodotti. Marchionne, nato nel 1952 a Chieti, Abruzzo, ha guidato da leader la rinascita di Fiat che nel momento in cui ne divenne Ad era sull’orlo del fallimento. Tanto lodato quanto criticato, il dirigente italo-canadese verrà ricordato per l’acquisizione del marchio Chrysler, avvenuta nel 2009, nel pieno della grande crisi economico-finanziaria. Questa operazione ha permesso a Fiat di entrare nel mercato americano assumendo una posizione di forza. Il gruppo Fca, nato nel 2014, controlla infatti numerosi brand americani: oltre a Chrysler anche Dodge, Ram e Jeep. Stimato da Obama e ancor di più da Trump (“he’s my favorite man”), l’era Marchionne è stata segnata dall’affermazione globale del gruppo Fiat.
John Elkann esprime la sua commozione e ammirazione nei confronti di “Sergio” definendolo “un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile, un mentore e soprattutto un amico”. “Per me è stato un privilegio poter avere Sergio al mio fianco per tutti questi anni” si legge in una dichiarazione firmata dal presidente di Fca.
Il consiglio d’amministrazione straordinario di Fca è stato convocato ieri e ha deciso velocemente la successione a Marchionne, in modo da garantire continuità e stabilità alle aziende del gruppo. Mike Manley è il nuovo Ad di Fca. Manley, inglese, 54 anni, è già dirigente di punta del gruppo, a capo dei brand Jeep (dal 2009) e Ram (dal 2015).
Marchionne era anche presidente ed amministratore delegato di Ferrari, cariche che avrebbe ricoperto fino al 2021. Al suo posto subentrano rispettivamente John Elkann e Louis Camilleri, maltese, nato nel 1955, in passato Ad di Philip Morris International. Il pilota di Formula 1 Sebastian Vettel e tutto il team del cavallino rampante hanno dedicato la pole position ottenuta sul circuito tedesco di Hockenheim a Marchionne.
L’ultima apparizione pubblica dell’ex Ad risale al 26 giugno scorso quando presentò a Roma un modello esclusivo di Jeep Wrangler realizzato appositamente per l’Arma dei Carabinieri. Due giorni dopo Marchionne si diresse a Zurigo per un’operazione alla spalla, ma non uscì più dall’ospedale. Durante la convalescenza post-operatoria le sue condizioni di salute sono peggiorate, in modo irrimediabile negli ultimi giorni, tanto da impedirgli di poter tornare al lavoro. Non è chiaro quanto siano gravi le condizioni dell’ex Ad di Fca. Al momento non è dato sapere se Marchionne si riprenderà o se sta combattendo tra la vita e la morte. Come non è neanche chiaro se le complicanze siano sorte come conseguenza dell’intervento operatorio o come risultato di una malattia che non era stata diagnosticata.
Le certezze sono solo due: innanzitutto si è chiusa una lunga era durata 14 anni. In secondo luogo, Sergio Marchionne, entrato nell’immaginario collettivo grazie al suo maglioncino di cashmere sempre uguale, ha lasciato un segno profondo ed indelebile nell’industria automobilistica italiana e non solo.