
Sono passati, infatti, solamente pochi mesi dalle elezioni politiche che hanno visto trionfare la Lega e il Movimento Cinque Stelle. O meglio: sono passati pochi mesi da quando il P.d.R, individuati i candidati che alle elezioni avevano ottenuto – per così dire – una maggioranza relativa, ha conferito loro l’onore (e l’onere) di scegliere il nuovoPresidente del Consiglio. Un presidente del Consiglio che – a conti fatti – sembra essere la più democratica espressione delle scelte compiute in questi anni di Italia. Ed – in effetti – il nuovo Presidente del Consiglio rappresenta una condivisione di scelte ed obiettivi del nuovo governo giallo-verde. I cittadini italiani sono più soddisfatti della democrazia, intesa come processo e come scelta di candidati ideali.
L’unione politica Salvini – Di Maio (adesso ministri della Repubblica italiana) esce rafforzata dallo scontro elettorale, noncurante degli scarsi risultati ottenuti dal Partito Democratico, Forza Italia e partiti minori. Il dado è tratto ma… “mai dire mai”; analizzando con meno superficialità la situazione politica che si è creata di recente in Italia si può notare come l’intesa M5S – Lega non sia poi così solida come vuole sembrare. Numerose, difatti, sono le problematiche strutturali sulle quali si regge questa alleanza. Senza voler sminuire – a parole – i risultati elettorali di Lega e M5S, si può correttamente affermare che la stabilità governativa si regge su una maggioranza parlamentare che, per alcuni aspetti – ricorda un po’ un fragile compromesso.
I rischi connessi alla fragilità di una maggioranza parlamentare – che dà fiducia al governo – e che si basa su una qualche forma di accordo tacito tra le due forze politiche, sono numerosi: tra questi… la possibilità di un rovesciamento governativo, una perdita di fiducia parlamentare, nuove elezioni oppure un golpe, vero e proprio. Recentemente, infatti, si è appurato che almeno 50 tra i componenti del M5S siano contro Salvini e le sue politiche. Cinquanta personalità di spicco pronte a criticare l’alleato leghista, a mettere in dubbio l’efficacia e la validità dei suoi provvedimenti, delle sue affermazioni e del suo operato.
Che questa discrepanza di vedute, all’interno di uno stesso governo, possa mettere in pericolo la stessa democrazia sembra una castroneria bella e buona. Tuttavia – e qui ipotizziamo – non è esclusa una eventuale “caccia alle streghe” all’interno dello stesso M5S.
Per ora, comunque, lasciamo che i vincitori governino nel rispetto delle regole repubblicane e democratiche.