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Usa vs Ue: adesso è vera guerra!

| 2 Giugno 2018 | ESTERI

Mentre il fronte asiatico dell’offensiva protezionistica globale scatenata dal presidente americano Donald Trump si è acquietato, quello europeo è appena esploso. Il segretario al commercio americano Wilbur Ross ha annunciato l’entrata in vigore dei dazi sulle importazioni di acciaio (25%) e di alluminio (10%) provenienti da Messico, Canada ed Unione Europea. Le nuove tariffe sono entrate in vigore a partire dalla mezzanotte di venerdì (le sei del mattino in Italia).

Le misure protezionistiche furono decise dal presidente americano già in marzo ma sono state rese esecutive solo adesso. Trump, per giustificare questi provvedimenti che rischiano di deteriorare seriamente le relazioni con gli storici alleati europei, ha fatto ricorso alla più classica ed abusata delle motivazioni. La preferita dai presidenti americani che decidono di attuare una politica estera aggressiva: la sicurezza nazionale. “I prodotti in acciaio e alluminio che importiamo minacciano la nostra sicurezza nazionale” ha dichiarato il presidente statunitense. Una balla bella e buona che ovviamente nasconde le vere ragioni di questa decisione. Mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e accontentare il proprio bacino di voti nella Rust Belt, dove risiedono gli operai bianchi di mezza età che nel 2016 decretarono la vittoria di The Donald in stati chiave come l’Ohio e la Pennsylvania. Trump vuole rafforzare il consenso elettorale per fare il pieno alle elezioni di mid-term programmate per il prossimo autunno, altro che sicurezza nazionale. Ovviamente chi se ne importa se ciò comporta il peggioramento delle relazioni con i nostri alleati più fidati. L’unica cosa che importa è America First, sempre e comunque.

Inutile dire che la reazione delle istituzioni comunitarie e dei governi europei è stata un coro all’unisono. Tutti uniti nel condannare le misure unilaterali e protezionistiche, accordo unanime sulle ritorsioni (proporzionate), rammarico per il deterioramento delle relazioni con lo storico alleato d’oltreoceano. Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker dichiara che “si tratta di puro protezionismo” e annuncia immediatamente il ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) per “difendere gli interessi dell’Ue”. Dello stesso avviso il presidente dell’europarlamento Antonio Tajani (“risponderemo con tutti gli strumenti disponibili”) e la cancelliera tedesca Angela Merkel la quale afferma che i dazi decisi da Donald Trump “non rispettano le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio”. Le contromisure dell’Unione Europea, che furono già preparate in marzo, comprendono dazi speculari a quelli decisi da Washington sulle importazioni di acciaio e alluminio, a cui si aggiungono tariffe aggiuntive per prodotti Made in Usa come i jeans Levi’s, le motociclette Harley-Davidson, il bourbon e il burro d’arachidi. I dazi decisi dall’Ue sono  proporzionali al danno causato all’economia europea dal protezionismo americano (2,8 miliardi di euro) e sono stati pensati per non produrre un escalation della guerra da parte di Washington.

Per quanto riguarda i dazi sull’acciaio i paesi maggiormente colpiti sono Germania ed Italia, rispettivamente primo e secondo produttore europeo di questo metallo. Nel 2017, le esportazioni italiane di acciaio verso gli Stati Uniti sono state di 505 mila tonnellate, pari a un valore di 653 milioni di euro. Le importazioni di acciaio statunitense invece sono state molto più basse, ovvero 125 mila tonnellate. Tuttavia Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, ha affermato che “il nostro acciaio reggerà l’impatto” purché i prezzi americani si mantengano stabili. Gravi problemi sorgerebbero per l’economia europea, in particolare quella italiana e tedesca, se gli Stati Uniti decidessero di aggravare la situazione imponendo dazi pure sulle importazioni di automobili e prodotti agro-alimentari. Inutile dire quanto il Made in Italy in questi settori sia ricercato negli Stati Uniti. Se Trump decidesse di tassare questi prodotti il danno per la nostra economia sarebbe considerevole. L’Istat prevede una perdita del Pil pari allo 0,3 % e pure la Coldiretti lancia l’allarme. “La decisione di Trump sui dazi scatena una guerra commerciale che mette a rischio 40,5 miliardi di esportazioni Made in Italy negli Usa con gli autoveicoli e il cibo che rappresentano le principali voci. Si apre uno scontro duro e preoccupante”. Pure Merkel trema siccome Washington starebbe preparando, secondo il settimanale economico tedesco Wirtschaftswoche, dazi sulle importazioni di veicoli europei, in particolare le automobili di lusso tedesche.

Ai più attenti osservatori non sfuggirà il paradosso della guerra commerciale scatenata dal presidente americano. Egli decide di trattare con gli avversari economici e strategici (la Cina), mentre con gli alleati di lungo corso invece va dritto per la sua strada e impone sanzioni. Questo controsenso non è sfuggito nemmeno ad alcuni colleghi di partito di Trump, come il senatore repubblicano Ben Sasse.”È stupido, Europa e Canada non sono la Cina, non si trattano gli alleati come gli avversari”. Niente di più vero, peccato che con un presidente come Donald Trump la stupidità sia diventata normalità.

TAG: acciaio, alluminio, Angela Merkel, automobili, dazi, Donald Trump, Germania, guerra commerciale, importazioni, Organizzazione Mondiale del Commercio, presidente americano, protezionismo, stati uniti, Unione Europea
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