
Il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in e il dittatore nord-coreano Kim Jong-un si sono incontrati di persona nella zona demilitarizzata, che segna il confine tra il Nord e il Sud. Era dal 2007 che i leader delle due Coree non si incontravano. È un momento storico e di fondamentale importanza per le relazioni tra i due paesi e per l’eventuale inizio di un processo pacifico che porti infine alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra la Corea del Nord e il resto del mondo.
La questione coreana è passata in pochi mesi da un estremo all’altro. La scorsa estate Pyongyang eseguì numerose dimostrazioni di forza, testando missili intercontinentali, conducendo test atomici e minacciando direttamente il suo nemico numero uno, gli Stati Uniti. Scoppiò quindi la guerra verbale tra Trump e Kim Jong-un, fatta di offese e insulti reciproci, di quelli che non si sentono nemmeno all’asilo. Nel frattempo il resto del mondo osservava con preoccupazione l’escalation della tensione. Ieri invece i leader delle due Coree si sono incontrati di persona e hanno discusso pacificamente attorno a un tavolo mentre, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, dovrebbe avvenire addirittura l’incontro tra Trump e Kim Jong-un. Si è passati da momenti di tensione inedita a trattative di pace che non si vedevano da decenni.
L’incontro avvenuto ieri tra Moon e Kim può contare solo due precedenti nella settantennale storia della Corea divisa. Il primo meeting tra il leader delle due Coree avvenne nel 2000 tra il presidente Kim Dae-jung e il dittatore Kim Jong-il. Gli sforzi diplomatici del presidente Kim Dae-jung finalizzati ad organizzare il primo storico incontro con il dittatore del Nord gli valsero il premio Nobel per la pace nel 2000. Nel 2007 avvenne il secondo summit tra i leader dei due paesi. In quell’occasione il presidente del Sud era Roo Moo-hyun mentre alla guida del Nord vi era sempre Kim Jong-il. Tuttavia c’è un elemento che differenzia i precedenti summit da quello di ieri. Mentre nel 2000 e nel 2007 gli incontri ebbero luogo a Pyongyang, la capitale del Nord, quello di ieri si è tenuto nella zona demilitarizzata, ovvero il confine tra le due Coree. Kim Jong-un è stato infatti il primo leader nord-coreano a varcare il confine mettendo piede in territorio sud-coreano dopo il 1953.
Dopo la stretta di mano davanti ai fotografi di mezzo mondo, Kim e Moon si sono diretti nella Casa della Pace, un edificio situato a pochi passi dal confine e costruito appositamente per ospitare i colloqui tra i vertici delle due Coree. Nella Casa della Pace, i due capi di stato hanno potuto affrontare faccia a faccia i due temi più importanti: il trattato di pace e la denuclearizzazione.
Tra il 1950 e il 1953, Nord e Sud Corea si affrontarono in una sanguinosissima guerra che lasciò sul campo ben 3 milioni e mezzo di morti tra militari e civili. Questo conflitto, in cui intervennero anche Stati Uniti, Cina ed Unione Sovietica, rappresentò uno dei “momenti caldi” della guerra fredda in cui si andò vicini allo scoppio di un’apocalittica terza guerra mondiale. Dopo tre anni di combattimenti, le due Coree stipularono un armistizio che pose fine alle ostilità. Tuttavia, Nord e Sud non hanno mai firmato un vero e proprio trattato di pace che riappacificasse le relazioni tra i due paesi decretando la fine della guerra una volta per tutte. Moon e Kim hanno espresso la loro volontà di fare del 2018 l’anno della pace tra le due Coree.
Altro tema caldo è la denuclearizzazione. Questo aspetto va al di là dei rapporti tra le due Coree e riguarda soprattutto la Corea del Nord e gli Stati Uniti insieme ai loro alleati nella regione, prima di tutti il Giappone. La scorsa settimana Kim Jong-un ha annunciato la fine dei test missilistici e la sua disponibilità a cominciare la denuclearizzazione. Tuttavia il governo giapponese ha espresso dubbi circa le parole di Kim mentre altri esperti hanno sottolineato l’ambiguità e la vaghezza delle dichiarazioni del leader nord-coreano. Molti punti interrogativi aleggiano attorno al significato stesso della parola denuclearizzazione per come la intende Kim.
Secondo alcuni esperti il presidente Moon avrebbe utilizzato questo summit per normalizzare le relazioni diplomatiche e stabilire una solida base di dialogo. In conclusione trovare un’accordo sulla denuclearizzazione spetterà alle diplomazie di Stati Uniti e Nord Corea. In questo senso il summit del prossimo mese tra Trump e Kim Jong-un sarà fondamentale per comprendere quali sono le vere possibilità di un’intesa duratura e condivisa sul nucleare nord-coreano.