
I mezzi di comunicazione di tutto il mondo riservano grandissima attenzione alla guerra civile siriana, l’ennesimo sanguinosissimo conflitto che sta sconvolgendo il Medio Oriente. La guerra in Siria, che in questi sette anni ha causato più di 500 mila morti, si caratterizza anche per l’intervento di tutte le potenze regionali e di due potenze mondiali, Russia e Stati Uniti, che appoggiando fazioni opposte hanno vissuto pericolosi momenti di tensione. In Medio Oriente è però in corso anche un’altra guerra di cui pochi parlano, meno sanguinosa e in cui le potenze mondiali non sono intervenute così direttamente, ma che sotto un certo aspetto è anche più grave di quella siriana. Un conflitto da cui i riflettori dei media internazionali si tengono alla larga nonostante esso abbia causato la più grave crisi umanitaria del mondo. Si tratta della guerra civile yemenita.
Dalla primavera araba allo scoppio della guerra civile
All’inizio del 2011 il vento delle primavere arabe soffia impetuoso su tutto il Nord Africa e il Medio Oriente. Anche lo Yemen, paese situato all’estremità sud-occidentale della penisola arabica, viene investito da questo vento carico di insoddisfazione popolare e risentimento. Proteste scoppiano in tutte le maggiori città del paese. La ribellione dei cittadini è indirizzata contro il presidente dittatore Ali Abdullah Saleh, che da 33 anni guida il paese come un despota. Le proteste continuano e dopo essere stato ferito in un attentato nel giugno 2011, il presidente Saleh si dimette nel novembre dello stesso anno cedendo il posto al suo vice, Abd Rabbih Mansur Hadi. La situazione sembra essersi calmata, ma solo in apparenza. Nel settembre 2014, gli Huthi, un gruppo armato fondamentalista appartenente alla setta degli zaidi (una variante dell’islam sciita), insoddisfatti dal nuovo ordine politico di Hadi, marciano sulla capitale Sana’a e lo rovesciano con un colpo di stato. Nel gennaio 2015 Hadi viene costretto a dimettersi dagli Huthi e il mese successivo si rifugia nella città di Aden. La situazione degenera in marzo, quando gli Huthi, appoggiati dalle truppe fedeli all’ex presidente Saleh, lanciano un’offensiva militare con l’intento di eliminare una volta per tutte Hadi e conquistare le provincie meridionali del paese. È l’inizio della guerra civile.
L’intervento militare della coalizione saudita e il blocco navale
Mentre le milizie Huthi e quelle dell’ex presidente Saleh marciano verso Aden, Hadi fugge a Riyad, la capitale dell’Arabia Saudita. Mohammad Bin Salman, all’epoca ministro degli esteri saudita, decide di formare immediatamente una coalizione militare per sconfiggere gli Huthi. La coalizione, composta da Arabia Saudita, monarchie del Golfo, Egitto, Sudan e supportata dagli Stati Uniti, interviene nella guerra civile yemenita a partire dal 26 marzo 2015 quando gli aerei dell’aviazione saudita bombardano Sana’a. Per indebolire ulteriormente le milizie Huthi, l’Arabia Saudita schiera le sue forze navali nelle acque territoriali yemenite stabilendo il blocco navale del paese. Questa azione produce l’isolamento dello Yemen dal resto del mondo. Le importazioni, tra cui quelle di beni di prima necessità come cibo e materiale sanitario, crollano. Nel novembre 2017, in seguito a un bombardamento con razzi condotto dagli Huthi su Riyad, l’Arabia Saudita inasprisce il blocco che diventa anche terrestre ed aereo. Come conseguenza di ciò, la disponibilità di viveri, cure sanitarie e combustibile si riduce drasticamente.
La più grave crisi umanitaria del mondo
Nonostante il “basso” numero di vittime (circa 15 mila morti) l’estrema gravità di questa guerra invisibile risiede nella gigantesca crisi umanitaria che è in corso. Secondo le Nazioni Unite, quella dello Yemen è “la più grave crisi umanitaria del mondo”, peggiore addirittura di quella siriana. Come si spiega il fatto che la condizione della popolazione yemenita sia peggiore di quella siriana? Eppure la Siria sta vivendo una guerra civile sanguinosissima da oltre sette anni mentre lo Yemen è in guerra da solo tre anni e il conflitto ha prodotto finora “pochi” morti. Ciò si spiega con il blocco saudita che isolando lo Yemen dal resto del mondo sta affamando milioni di persone. L’intento ufficiale dei sauditi sarà anche stato quello di imporre il blocco per indebolire le milizie Huthi, ma la realtà è che esso sta portando alla fame una popolazione intera. Nonostante la gravissima situazione interna allo Yemen, questa guerra è poco presente nei notiziari e nella pagine dei mezzi di comunicazione globali. Perché? Il motivo è presto detto: numerosi paesi occidentali sono collusi con l’Arabia Saudita e stanno appoggiando, più o meno direttamente, la sua campagna militare in Yemen e il suo blocco disumano.