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Kim Jong-Un: stop a test missilistici

| 23 Aprile 2018 | ESTERI

L’eterna crisi coreana potrebbe conoscere importanti momenti di svolta nelle prossime settimane. Da un paio di mesi gli ingranaggi della diplomazia stanno lavorando a pieno regime per garantire una risoluzione pacifica della crisi ed evitare un ritorno ai livelli di escalation dello scorso anno. Numerosi contatti e colloqui più o meno formali si sono tenuti da febbraio a questa parte tra Pyongyang e Seoul in preparazione dell’incontro tra i leader delle due coree che si terrà venerdì nella zona demilitarizzata (il confine tra Nord e Sud).

Il protagonista di questa offensiva diplomatica è senz’ombra di dubbio il presidente del Sud Moon Jae-In il quale è da sempre determinato a risolvere pacificamente la crisi ed aumentare la cooperazione tra le due coree. Allo stesso modo anche Kim Jong-Un sta mostrando buona volontà e pare seriamente intenzionato a trovare una soluzione diplomatica. Attraverso l’agenzia di stampa del regime, il dittatore ha dichiarato che la Corea del Nord “cessa i test nucleari e il lancio di missili balistici intercontinentali” e per dimostrare la sua determinazione “chiuderà un sito usato per i test atomici nel nord del paese” quello di Punggye-Ri. Il leader supremo, durante una riunione di partito, ha aggiunto che il paese ha “realizzato un credibile processo di armamento nucleare” e lo stop ai test missilistici viene visto come “una parte degli importanti passi del mondo per il disarmo nucleare, a cui la nostra Repubblica si unirà”.

Il presidente americano Donald Trump saluta con favore le parole di Kim attraverso un tweet: “questa è un’ottima notizia per la Corea del Nord e per il mondo – grande progresso! Non vedo l’ora che arrivi il summit!”. Donald Trump e Kim Jong-Un dovrebbero incontrarsi di persona tra la fine di maggio e l’inizio di giugno: sarebbe la prima volta nella storia che un presidente degli Stati Uniti e un leader nord-coreano si incontrano di persona. Come preparazione per questo storico meeting, il direttore della Cia e segretario di stato designato Mike Pompeo ha incontrato Kim Jong-Un a Pyongyang durante il week-end di pasqua. Il viaggio esplorativo di Pompeo, tenuto segreto per settimane, è stato reso noto solo pochi giorni fa. Prima della visita di Pompeo, l’unica volta che un segretario di stato americano si recò a Pyongyang fu nel 2000 quando Madeleine Albright, sotto la presidenza Clinton, incontrò il dittatore Kim Jong-Il, padre di Kim Jong-Un.

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Sebbene Trump abbia accolto favorevolmente le dichiarazioni di Kim, non tutti sono dello stesso avviso. Tra questi vi è il primo ministro giapponese Shinzo Abe che ha espresso le sue perplessità. “Voglio dare il benvenuto a queste decisioni positive, ma mi chiedo se ciò porterà al completo, verificabile ed irreversibile smantellamento del loro arsenale nucleare, delle loro armi di distruzione di massa e dei loro missili”. Pure il ministro della difesa giapponese Itsunori Onodera si è detto scettico. “Non possiamo essere soddisfatti” ha dichiarato il ministro, siccome la Corea del Nord non ha menzionato “l’abbandono dei missili balistici a corto e medio raggio”.

Intanto il presidente Moon Jae-In, che in queste settimane sta tenendo numerosi colloqui con alti funzionari del regime nord-coreano, ha fatto sapere che Pyongyang non porrà il ritiro delle truppe americane dalla Corea del Sud come condizione necessaria per iniziare la denuclearizzazione. Gli Stati Uniti schierano in Corea del Sud ben 28 mila soldati e Pyongyang ha da sempre percepito questa presenza militare come una minaccia alla sua sicurezza nazionale. Moon ha aggiunto che il ritiro delle loro truppe è una condizione che gli Stati Uniti “non potranno accettare”. Allo stesso modo sembra che Kim non intenda porre la sospensione delle esercitazioni congiunte tra Stati Uniti e Sud Corea come pre-condizione delle trattative.

Nelle prossime settimane scopriremo se ci sono concrete possibilità che gli Stati Uniti e la Corea del Nord possano raggiungere un accordo stabile e duraturo riguardo il programma nucleare di Pyongyang. Inutile dire che l’argomento principale dei colloqui sarà la denuclearizzazione. Tuttavia pare già esserci incomprensione e disaccordo sul significato stesso di questa parola. Denuclearizzare significa chiudere i siti per i test atomici oppure implica anche lo smantellamento del (piccolo) arsenale nucleare già sviluppato? Che ne sarà dei missili intercontinentali e di quelli a breve e media gittata? E la denuclearizzazione riguarda solo il Nord oppure l’intera penisola coreana? I punti interrogativi sono ancora tanti ma i summit delle prossime settimane saranno una prima, storica occasione per darvi una risposta.

TAG: Corea del Sud, crisi coreana, denuclearizzazione, Donald Trump, Kim Jong-Un, Moon Jae-in, Pyongyang
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