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I boss della camorra tra imprendibili e fessi

| 3 Marzo 2018 | ATTUALITÀ

I camorristi latitanti, a parte qualche rara eccezione, non sono poi così tanto furbi e si fanno beccare a causa delle loro ingenuità o delle loro passioni. L’unico a distinguersi per la grande capacità di trasformarsi in un fantasma è Marco Di Lauro, qualificatosi dalla sigla F4 dal padre Paolo detto Ciruzzo o milionario, perché gli ha trasmesso le regole della latitanza perfetta. C’è chi sostiene che Di Lauro si nasconda nel suo regno di Secondigliano, giri travestito con una parrucca da donna e viaggia nei bagagliai delle auto; altri invece pensano che si trova a Dubai tra agi e ricchezze, resta il fatto che la sua latitanza dura dal 7 dicembre 2004.

Non sono così attenti i boss camorristi di nuova generazione: non sono dotati di quell’intelligenza, carisma e di quella fitta rete di protezione come hanno ‘ndranghetisti e uomini d’onore. Vengono catturati in situazioni paradossali, visto il curriculum criminale di un certo calibro rasentando addirittura il ridicolo; debolezze ed ingenuità che vanno a tutto vantaggio delle forze dell’ordine.

Giuseppe Passaro, ad esempio, uomo del clan Polverino, è stato arrestato mentre rientrava in casa per farsi fare una iniezione di antidolorifico per un semplice mal di denti. Il boss Emanuele Niola del clan Di Lauro, referente per la zona di spaccio del Rione Fiore “il Terzo mondo” di Secondigliano, è stato tradito dalla sua passione per il calcio. NAPOLI-INTER, una partita fondamentale per il boss mentre prenota i biglietti per recarsi allo stadio. Ivan Fornari, narcotrafficante, non ha resistito al mondo virtuale e postava su facebook selfie che lo ritraevano in ristoranti e in palestre a Playa del Carmen in Messico. Così l’Interpool non si è dovuta impegnare più di tanto per catturarlo.

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Stessa sorte per il boss Giulio Perrone, iscrittosi al social network come Saverio Garcia Galiero: agli inquirenti non è sfuggito il cognome Galiero, lo stesso della madre del boss. Anche Luciano Cardone, latitante del clan Mazzarella, affascinato dal mondo virtuale, posta un commento sulla partita Fiorentina-Napoli, fatale per porre fine alla sua latitanza. Una merendina! Questa la causa, invece, dell’arresto di Emanuele Passariello. La squadra catturandi lo ha scovato in un appartamento di Napoli seguendo la sorella “vivandiera” che gli stava portando il dolcetto. Corrado Orefice come Passariello, tradito dal piacere della tavola arrestato durante il cenone di Natale nel 2015. Anche i camorristi tengono famiglia. Il boss Fortunato Murolo del clan Amato Pagano, non c’è la faceva più a stare lontano dalla moglie. Per esigenze fisiologiche o per amore, è stato arrestato a letto intento a consumare l’atto coniugale. Si sa, i figli so’ pezzi e’ core e non si può mancare. Infatti alla festa del 18esimo compleanno del figlio in un lido balneare a Foggia, viene tratto in arresto Vincenzo Marrazzo.

Insomma, per un banale mal di denti, traditi dall’amore per le donne, dalla passione per il calcio, dalla smania di postare su facebook foto e commenti o dalla gola. Non esistono più i camorristi di una volta: 8 boss della camorra di nuova generazione si sono mostrati più fessi di quanto si pensi; meglio cosi!

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