Specialmente dopo i tragici fatti di Macerata, l’immigrazione è diventata tema centrale della non campagna elettorale. Reazionari neo fascisti, xenofobi, pseudo patrioti fautori di un’Italia bianca e cattolica sono usciti dalle ceneri di un oscuro passato per far sentire la loro voce carica d’odio e disprezzo, facendo tornare il dibattito politico italiano indietro di decenni.
Mentre la società è confusa e agitata, la politica si dimostra tristemente frammentata con alcuni partiti che invece di rasserenare i cittadini cavalcano la cresta dell’onda gettando benzina sul fuoco dell’odio con l’obiettivo di prendersi le simpatie delle frange più estreme dell’elettorato.
Da quando è diventata partito nazionale, la Lega ha sostituito nella sua retorica del disprezzo i meridionali con gli immigrati clandestini. I discorsi di Salvini ruotano attorno a un problema che nelle sue parole assume i connotati dell’emergenza ma che in realtà non esiste più da qualche mese: l’immigrazione. Mentre il candidato leghista alla Regione Lombardia parla di “razza bianca a rischio”, gli sbarchi sulle coste italiane crollano. Ma questo non bisogna farlo sapere anche perché altrimenti di cosa parlerebbe Salvini durante le sue innumerevoli apparizioni nei programmi televisivi?
Per avere chiara la situazione occorre citare qualche dato. Comparando gli arrivi del 2017 con quelli dell’anno precedente si nota una riduzione considerevole pari a circa il 30 %: 181.436 arrivi nel 2016 contro i 119.369 del 2017. Osservando i dati sugli sbarchi resi noti dal ministero dell’interno si nota chiaramente come essi siano crollati a partire da luglio dello scorso anno. Questo calo vertiginoso è il frutto di un accordo stretto tra i governi italiano e libico con le milizie che controllavano i traffici di esseri umani e le partenze dalle coste verso l’Italia. Il crollo degli arrivi è visibile anche confrontando i primi quaranta giorni del 2018 con lo stesso periodo del 2017: 4.731 quest’anno contro i 9.448 dell’anno scorso. Un calo pari al 50 %. È bene precisare che gli immigrati continuano comunque ad arrivare, ma in quantità molto inferiori rispetto agli anni precedenti. Le capacità di accoglienza dei nostri porti e strutture non sono più in crisi. Da questo punto di vista, almeno per il momento, il peggio è passato. Eppure ascoltando le parole di Salvini pare che orde di africani si stiano preparando per invadere l’Italia. Niente di più lontano dalla realtà. Quella dell’immigrazione è un’illusione, una favola che certi politici raccontano all’elettorato per accaparrarsi voti.
È giunto il momento di spostare il dibattito politico sul tema dell’integrazione degli immigrati. Tuttavia, se si volesse rimanere in tema migrazioni, ci sarebbe molto di cui parlare, non dell’immigrazione bensì dell’aspetto contrario, ovvero l’emigrazione. Basta un dato per lanciare l’allarme e smontare tutti i discorsi che la politica e soprattutto la destra populista, sta facendo attorno all’immigrazione: nel 2017 sono emigrati 250.000 italiani, più del doppio degli immigrati arrivati nel nostro paese in quello stesso anno. Non si tratta di un dato isolato ma di un trend consolidato a partire dal 2008 ed in costante crescita. L’emigrazione italiana, a causa degli effetti devastanti della crisi, è tornata ai livelli del dopoguerra e continua ad aumentare. Gli italiani all’estero erano poco più di 3 milioni nel 2006, oggi sono 5 milioni. Nonostante gli italiani che scappano sono molto di più rispetto agli immigrati che arrivano, la politica continua a parlare di immigrazione quando invece il vero problema è l’esatto contrario. Ma se una volta emigravano quelli che potevano giusto permettersi un biglietto di sola andata per l’America, oggi spesso emigrano giovani under 30 laureati che, trovandosi difronte un paese che non riesce a concretizzare le loro ambizioni, decidono di scappare all’estero. E il fenomeno migratorio non riguarda più solo il Sud: nel 2016 le prime due regioni italiane per partenze erano Lombardia e Veneto. Invece che ossessionarsi con discorsi sull’immigrazione, o peggio ancora fomentare l’odio prendendosi le simpatie di movimenti estremisti e reazionari, la politica dovrebbe proporre programmi concreti per tenere i giovani nel nostro paese, affinché possano contribuire alla crescita futura dell’Italia.
L’immigrazione è la metafora perfetta di questa campagna elettorale: un problema inesistente per una campagna inesistente. Il vero problema sta nell’esatto contrario ma come spesso accade i partiti guardano dall’altra parte.