A Messina il PD candida Pietro Navarra, Rettore dell’Università cittadina. È candidato in un collegio “blindato” per la Camera dei Deputati. La vicenda è diventata nota grazie anche ad una dichiarazione rilasciata da Rosario Crocetta, ex governatore della Sicilia il quale ha dichiarato: “Renzi ha preferito schierare il rettore Navarra, nipote del capomafia di Corleone. Quelli ormai sono i riferimenti del PD”. La replica di Navarra non si è fatta attendere ma non ha risposto esclusivamente a Crocetta, ha pure imposto ai giornalisti il divieto di parlare dell’argomento.
“Noto con rammarico – sottolinea Navarra – che addirittura prima ancora dell’inizio della campagna elettorale, personaggi protagonisti del recente passato politico hanno rilasciato dichiarazioni infamanti nei miei confronti, con riferimento alla vicenda che vide coinvolto mio zio. Affermazioni ingiuriose rilasciate ad alcuni organi di stampa. Premetto che la mia posizione su questo argomento è ben nota da tempo, si parla di persone morte prima della mia nascita e ogni collegamento non può rappresentare una volgare strumentalizzazione. Non sono, però, disposto a tollerare ulteriori attacchi su questi temi. Con estrema chiarezza, pertanto, puntualizzo che presenterò querela contro chi rilascerà dichiarazioni di questo tipo e querelerò le testate che daranno spazio a simili considerazioni.”
Non avrà conosciuto lo zio Michele ma, il rettore conosce benissimo i metodi intimidatori e pretende il silenzio sulla vicenda… Il rettore Navarra dovrebbe ben sapere che non rientra nei fatti ingiuriosi o diffamatori l’appartenenza familiare. È un dato difatto che Pietro Navarra, fglio del Barone universitario Salvatore, è nipote di Michele Navarra ucciso il 2 agosto 1958. Medico e boss di Corleone dal 1945 al 1958, Navarra è stato il responsabile, tra l’altro, degli omicidi di Placido Rizzotto e del giovane pastore tredicenne Giuseppe Letizia che, avendo assistito all’omicidio di Rizzotto, è stato ucciso con un’iniezione letale.
Non è ingiuria raccontare una discendenza familiare, non risulta ingiuria divulgarla attraverso gli organi di stampa, poiché il diritto di cronaca e la libertà di stampa sono cardini fondamentali in un paese democratico. Il rettore Navarra sostiene che la sua posizione riguardo la vicenda dello zio, è nota da tempo essendo nato dieci anni dopo l’omicidio del boss di Corleone. È vero che le colpe dei padri non devono cadere sui figli, figuriamoci se questi sono addirittura i nipoti, ma dovrebbero prendere distanze morali nei confronti dei parenti mafiosi.
Ma il rettore Navarra ha mai pubblicamente espresso il suo rammarico o il suo disappunto nei confronti dell’attività mafiosa dello zio Michele? Di certo il rettore Navarra non può mettere il bavaglio all’informazione e tantomeno minacciare di querele. Tutti muti dunque, Navarra ha ordinato così! I tempi sono cambiati, ma al magnifico rettore Navarra gli sfugge che l’informazione libera esiste ancora… Ma il PD a Messina candida il nipote del boss corleonese: Michele Navarra!