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Elezioni Sicilia: la carica degli impresentabili.

| 16 Ottobre 2017 | POLITICA

Legge Severino, meno male che esiste! Peccato che non includa anche i casi di impresentabilità “lieve” a cariche istituzionali. La Legge 190/2012 rende ineleggibili e non candidabili coloro che sono stati condannati a più di due anni di reclusione nei casi di reati punibili almeno fino a quattro anni. La legge, inoltre, è retroattiva e prevede, in caso di nomina avvenuta, la sospensione dalla carica se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione. Basta una condanna non definitiva per attivare la sospensione che può durare al massimo, 18 mesi.

Per tutti coloro che sono stati condannati per corruzione, la legge Severino prevede l’incadidabilità sia al Parlamento italiano, quello europeo e negli enti locali. Uno dei casi di decadenza ha riguardato Silvio Berlusconi, decaduto a seguito della condanna penale a quattro anni per la sentenza Mediaset per frode fiscale. Il politico decaduto non può ripresentarsi per i sei anni successivi.

La carica degli impresentabili si trova anche nell’elenco delle liste presentate alle elezioni Siciliane. Purtroppo però, a causa del tempo ristretto, non è stato possibile effettuare i dovuti controlli, rispetto alle condizioni di candidabilità, prima delle elezioni – così si è espressa la Commissione Antimafia. Insomma, la legge esiste ma non trova una corrispondenza efficace nell’applicazione a causa dell’inadeguatezza delle banche dati e la difficoltà di reperire i certificati penali dei candidati per verificare quanto, da loro dichiarato, con l’autocertificazione.

Per i poveri cittadini sicuramente, il sistema funziona a dovere! Al di là della legge Severino, toccherebbe ai partiti prestare attenzione ai candidati da loro presentati ma, si sà, gli impresentabili sono sempre presenti per fare numero e portare voti. Questi sono alcuni degli esempi di impresentabili: Antonello Rizza sindaco di Priolo candidato alle regionali nelle liste di FI, 22 capi di imputazione tra i quali corruzione e concussione, tentata violenza privata, associazione a delinquere, falso in atto pubblico e truffa. E’ stato posto agli arresti domiciliari con un provvedimento dal gip Giuseppe Tripi, per truffa e tentata truffa e turbativa d’asta.

Marianna Caronia, FI indagata per Corruzione. Luigi Genovese candidato nelle liste di Musumeci, figlio di Francantonio Genovese condannato ad 11 anni per associazione a delinquere e truffa. Roberto Corona della lista Popolari ed Autonomisti a sostegno di Nello Musumeci, condannato in primo grado a tre anni dal Tribunale di Roma e beni confiscati per 650.000 Euro a seguito del buco nero e il successivo fallimento della società Ascom Finance. Roberto Clemente, deputato regionale condannato a sei mesi per corruzione elettorale.

L’elenco comprende anche l’esercito di fratelli, sorelle, figli di condannati a vario titolo. I partiti dovrebbero stare più attenti alla moralità dei loro candidati ma si sà, il rapporto potere denaro fa gola a molti che, con la classica faccia di tolla, si ripresentano alla caccia di una nuova nomina.

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