Le elezioni tedesche hanno dato un segnale molto forte a tutta l’Europa, Angela Merkel nonostante la perdita di una cospicua percentuale di preferenze riesce a spuntarla sul deludente Spd di Schulz che si conferma, ancora una volta, incapace di esprimere i concetti socialdemocratici. Dunque Berlino rinnova, alla cancelliera, il posto di capo della Germania per altri quattro anni. Ma quello che davvero imbarazza, per non essere reprobo, è il partito Afd che con il 13% dei consensi ottenuti ritorna, dopo la seconda guerra mondiale, a far parte del parlamento.
Ed ecco il declino del progressismo politico che si configura nello scempio di vecchie immagini che mai avremmo voluto più rivedere. Un vero terremoto populista, come definiscono le testate giornalistiche tedesche, che di sicuro non rende la Merkel in governabile ma che la metterà in serie difficoltà visto che si troverà, in parlamento, una terza forza politica puramente nazista. Un espressione che lo stesso leader dell’Afd Alexander Gauland, ha voluto sottolineare e ribadendo il modo in cui sono pronti a cambiare il paese.
Dunque una bella gatta da pelare per la UE, la Germania e la cancelliera Merkel, la quale deve fare i conti con il rilancio dell’eurozona dopo la triste pagina della crisi economica, dei migranti e della Brexit. Si prospetta un quadriennio difficile visto la massiccia perdita dei consensi e la schiacciante sconfitta del Spd di Martin Schulz, a complicare la vita della cancelliera e quello dell’UE, però, è l’avanzata dell’Afd. La preoccupazione è tanta, specialmente tra gli Stati membri che, insolitamente, restano silenziose e compendiose. Resta il fatto che ci sarà un gran lavoraccio da fare; nazismo permettendo, s’intende.