Se non fosse per il fatto che i padri della commedia all’italiana, Eduardo De Filippo e Totò, non fanno più parte di questa vita terrena, avremmo attribuito l’ultima vicenda al Governo Gentiloni. Degna di una sceneggiatura dei grandissimi maestri citati. Infatti è il cruccio di un governo con il malessere diabolico in corpo, che non riesce proprio a tenere la testa sulle spalle nemmeno quando a commettere errori madornali sono proprio i principali promotori delle istituzioni.
È l’ennesima mera vicenda che vede ancora una volta protagonista il governo, in questo caso, riguardo alle pensioni anticipate. Il motivo scatenante è rappresentato dal fatto che a un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione delle domande per accedere all’Ape Sociale e alle misure per i lavoratori precoci, ancora non sono stati resi ufficiali. O meglio non sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale i relativi decreti.
Un vera beffa, che vede alcune categorie di lavoratori sfumare la possibilità di ottenere il pensionamento anticipato se il governo non attivi il provvedimento in maniera più corposa. La triste vicenda porta in risalto la mancata conclusiva del primo ministro Gentiloni che, a tre settimane dalla firma dei decreti attuativi sull’Ape Sociale e pensione anticipata, non li abbia ancora ufficializzati sulla Gazzetta Ufficiale.
Paradossalmente è un fatto molto grave che necessita una riflessione imminente sul funzionamento della magistratura e della pesantezza della burocrazia dello Stato Italiano. Bisognerebbe rammentare al firmatario, il premier Gentiloni, che tale ritardo comporta un danno per migliaia di cittadini che vedono ristretti i tempi per presentare domanda e accedere alle opportunità che la nuova normativa previdenziale, varata con l’ultima legge di bilancio, introduce. Premier Gentiloni: una barca che fa acqua da tutte le parti, può solo affondare.