A Torino il solitario omino del semaforo troverà un compagno ed insieme indicheranno al pedone se attraversare o meno. In alternativa saranno due donnine, teneramente per mano, a farlo.
Non siamo impazziti, tranquilli. Riportiamo una proposta della consigliera Pd Averna, approvata con grande maggioranza dal Consiglio comunale, per “stimolare riflessione sui diritti”. Il sindaco Chiara Appendino (ci scusi la PresidentA Boldrini ma sulla lingua italiana abbiamo gusti retrò) aveva già espresso il suo pensiero dichiarando: “Torino è tradizionalmente un città gay friendly e quindi abbiamo pensato di incentivare l’arrivo di questi turisti” ed il semaforo rainbow sarebbe coreograficamente perfetto per prendere le distanza da tutte le altre città, notoriamente “gay ostili “. O no?
Permetteteci un dubbio: può essere utile un semaforo per ribadire la libertà di esprimere la propria sessualità o, piuttosto, rischia di diventare un mezzo per ridicolizzarla? Un noto politico profetizzò che saremmo morti tutti democristiani; di questo non siamo certi. Al contrario, di rimanere soffocati nella melassa del “politicamente corretto” invece, ne abbiamo contezza. Che poi sembra più un alibi per edulcorare la “manifesta stupidità”.