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L’iperbole di Ingroia

| 18 Febbraio 2018 | ATTUALITÀ

Antonio Ingroia, ex magistrato antimafia, riciclatosi avvocato ci riprova. Dopo aver fondato Rivoluzione Civile, movimento politico durato un inverno ed una primavera, si riaffaccia alla vita politica con un nuovo partito: Lista del Popolo per la Costituzione. Nel 2013 il suo partito aveva ottenuto il 2,25% alla Camera e l’1,79% al Senato. A seguito del flop elettorale, fu spedito dal CSM ad Aosta dove, per nostalgia della Sicilia o per il clima rigido, decise di abbandonare la magistratura e dedicarsi all’avvocatura.

Non pago del precedente fallimento, Ingroia nel novembre 2017 fonda un movimento politico chiamato la mossa del Cavallo forse ispirandosi ad un romanzo di Camilleri, poi trasformato nel nuovo partito di Ingroia. Nonostante la distanza dalla sinistra, Ingroia in un convegno del PCI si definì’ “un partigiano della Costituzione”.

Definendo il suo nuovo partito “il Comitato di liberazione Nazionale del paese”. Da magistrato antimafia, rinviò a giudizio Berlusconi chiedendo successivamente l’archiviazione alla Procura perché non era chiaro se Berlusconi foraggiasse Cosa Nostra per reinvestire i capitali o per pagare il pizzo. Da avvocato pur di difendere l’imprenditore Benedetto Bacchi, arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio, ha dichiarato che Berlusconi era più vittima che complice della mafia.

Ingroia, l’avvocato che appena iniziata la sua attività aveva detto che mai avrebbe difeso mafiosi e corrotti ma che in corsa, ha cambiato idea. La sua coerenza è andata a farsi benedire in piena campagna elettorale, forse per raccogliere anche i voti da chi aveva osteggiato fino a pochi anni fa? Resta il fatto che risulta essere indagato per peculato dalla Procura di Palermo, poiché da amministratore della società Sicilia Servizi avrebbe intascato 117 mila euro di rimborsi non dovuti.

È diventato anche paranoico asserendo che: “Esiste un piano eversivo e criminale per far fuori me è la mia lista per il Popolo” – afferma Ingroia. Grida al complotto, al tentativo criminale di estrometterlo dalla corsa politica, i poteri forti gli remano contro che correra’ in 8 regioni visto che, nelle altre, non ha raccolto le firme necessarie. Delirio di una persecuzione politica che solo Ingroia vede…

Dopo aver collaborato con Falcone ed essere stato il pupillo di Borsellino, Ingroia con le sue parole e il suo voltafaccia di coscienza, tradisce la memoria di due grandi uomini ma…Ingroia non è nuovo ai tradimenti!

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