Le elezioni siciliane
Tra 3 mesi si vota in Sicilia per il rinnovo del consiglio regionale, pomposamente definito
parlamento dagli orgogliosi isolani, e l’appuntamento viene vissuto come uno snodo decisivo per la politica nazionale, considerata la prossimità con le elezioni politiche.
La posta in gioco è altissima per tutti e tre i contendenti, in quanto un successo pentastellato nell’isola potrebbe essere un viatico per lo sfondamento delle linee nemiche a livello nazionale, mentre la vittoria del cdx darebbe la conferma di una tendenza che si è appena manifestata ai ballottaggi in importanti città e ribadirebbe il declino del PD.
In questo delicato gioco di equilibri ad incastro, emerge l’utilità marginale del piccolo partito di Alfano, dignitosamente presente nella regione ed in grado di rappresentare l’ago della bilancia tra i maggiori contendenti, due dei quali, cdx e PD, hanno già iniziato a corteggiarlo per assicurarsene il sostegno, incuranti di antiche e recenti diatribe.
Alfano, aggredito da Berlusconi, che gli sottrae continuamente parlamentari, ed entrato recentemente in rotta di collisione con Renzi, a causa della tentata introduzione di una soglia di sbarramento al 5%, lotta disperatamente per la sopravvivenza e deciderà
ovviamente di allearsi con chi dimostrerà di potergliela assicurare, ma le sue scelte avranno comunque una forte ricaduta sul destino del renzismo, che a sx annovera i nemici più implacabili.
La Sicilia dissiperà, con ogni probabilità, molte incertezze sul nostro futuro, confermando l’antico ruolo di laboratorio della politica nazionale e certificando lo stato di salute della nostra democrazia.
